il caso

Violenza sessuale, figlia accusa il padre

Nei guai un altogardesano che avrebbe molestato più volte la ragazzina e il fratello, entrambi minorenni



RIVA. La vicenda complessa e controversa, ma le accuse mosse dalla Procura sono gravissime: atti sessuali nei confronti dei figli minori. Una vicenda che è scaturita dai ricordi della figlia maggiore dell’uomo (a tutt’oggi minorenne), la quale ha raccontato che anni prima era stata fatta oggetto di attenzioni piuttosto pesanti, quali toccamenti e manipolazioni delle parti intime.

La ragazza aveva raccontato non senza fatica questi ricordi, aggiungendo via via dei particolari molto precisi, che hanno dato corpo a un castello accusatorio pesantissimo nei confronti del padre, un altogardesano. Non si tratterebbe di un singolo episodio, stando al racconto della ragazzina, ma di una sorta di abitudine, pure concentrata in un particolare periodo temporale, risalente a quando lei aveva nove o dieci anni. Nel corso delle indagini, è emerso che pure il fratellino, di qualche anno più giovane, sarebbe stato preso di mira dal padre con lo stesso tipo di trattamento, nel medesimo periodo.

L’uomo si era poi separato dalla madre, e aveva in seguito avuto un figlio dalla nuova compagna. Il quale sarebbe persino stato testimone degli atti di violenza nei confronti dei fratellastri, e infatti la Procura ha aperto due distinti faldoni, di cui è titolare il sostituto procuratore Valerio Giorgio Davico, che coordina le indagini. Ieri davanti al gup Riccardo Dies si è svolto l’incidente probatorio per capire se i minori possano reggere il confronto in giudizio.

La ragazza era già stata sentita in ambiente protetto, e il giudice ritiene non servano ulteriori interrogatori dibattimentali. Il fratellino, di qualche anno più giovane, è stato ritenuto in grado di rispondere alle domande degli inquirenti e verrà interrogato a giugno. Niente da fare invece per il terzo figlio dell’uomo, quello avuto dalla nuova compagna, il quale è stato ritenuto incapace di testimoniare, in considerazione dell’età tenerissima che aveva all’epoca dei fatti e del turbamento che deriverebbe da rivangare il passato in questa delicata fase della sua vita.

I fatti risalirebbero a sei o sette anni fa, ma sarebbero emersi solo alcuni mesi addietro, dopo le rivelazioni della ragazza. Prima delle quali, la madre non aveva mai sospettato nulla di simile nei confronti del suo allora compagno.

Ora gli atti sono stati rimessi alla Procura, nelle mani del sostituto procuratore Davico, cui spetterà decidere come procedere nei confronti dell’imputato.













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