Vigili urbani, è scontro sulla pistola

Regolamento, fronda nella maggioranza: «Non serve a garantire più sicurezza»


Chiara Bert


TRENTO. È scontro sull'estensione della pistola alle pattuglie diurne dei vigili urbani in auto e moto. La proposta è una delle modifiche contenute nel regolamento di polizia locale arrivato ieri in consiglio comunale. La richiesta alla giunta di fare marcia indietro arriva da 4 consiglieri di maggioranza di Pd, Upt e Verdi: «Non è necessaria, per garantire più sicurezza si investano piuttosto le risorse per potenziare il personale a presidio del territorio». Il voto slitta alla prossima settimana. Il confronto ieri ha rischiato di non partire per la richiesta di sospendere la discussione della delibera avanzata dalla consigliera Gabriella Maffioletti, secondo la quale manca uno studio di fattibilità sulla dotazione dell'arma. La richiesta è stata però respinta dal sindaco Andreatta.

La proposta di regolamento prevede di dotare di pistola (oggi in possesso solo delle pattuglie notturne) anche gli agenti in servizio in auto e moto durante il giorno. A favore dell'estensione si sono schierati i gruppi di centrodestra con gli interventi di Manfred de Eccher, Antonio Coradello e Paolo Dal Rì del Pdl e Vittorio Bridi della Lega. Perplessità invece da parte di Cia della Civica per Trento. Divisa al suo interno la maggioranza. Alcuni consiglieri (Paolo Serra e Nicola Salvati del Pd, Marco Patton dell'Upt, Lucia Coppola dei Verdi) sostenuti dal consigliere di Rifondazione Francesco Porta, hanno infatti presentato un emendamento per stralciare la previsione dell'estensione dell'arma.

«Trento è ai primi posti per la sicurezza - ha detto nel suo intervento Serra - non ci serve dare la pistola ai vigili, aumenteremmo solo il rischio che si ripetano drammi come quello recente di Milano in cui un vigile ha sparato uccidendo un uomo. I soldi per armi, armeria kit si investano piuttosto per potenziare il personale sul territorio, che rende più sicura la città». Diversa la posizione dei loro colleghi di coalizione come Dario Maestranzi (Leali), Franco Micheli (Upt), Salvatore Aliberti (Upt) e Ruggero Purin (Pd), che con sfumature diverse hanno dichiarato di condividere modifica.

Il sindaco Andreatta ha chiarito che l'arma potrà essere usata solo per fronteggiare specifiche situazioni di emergenza e, comunque, verrà custodita in appositi armadietti blindati presso la sede del comando. Per gli agenti che l'avranno in dotazione è previsto il rafforzamento delle visite mediche specialistiche per verificare la loro idoneità psicofisica al porto d'armi. Ancora due punti hanno animato il confronto, l'adozione dei gradi ucraini al posto degli attuali e la proposta, condivisa in maniera trasversale da molti consiglieri, di estendere l'età massima per l'accesso al corpo, dagli attuali 35 anni a 40 anni.Per quanto riguarda i gradi ucraini sono stati approvati due ordini del giorno, uno del consigliere Cia e uno della commissione Vigilanza, che chiedono di non adottarli. Sull'età il confronto proseguirà la prossima settimana.













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