Via Dolomiti, il Comune può allargare la strada

Il Consiglio di Stato dà ragione all’amministrazione che esproprierà le proprietà della famiglia Moser e quindi inizierà a costruire marciapiedi e pista ciclabile


di Roberto Gerola


PERGINE. A distanza di sette anni dal ricorso, ma a molti di più dall’approvazione del primo progetto (risale al 1997), via Dolomiti sarà finalmente allargata, rettificata, dotata di marciapiedi e di ciclabile. E’ di questi giorni infatti, la sentenza del Consiglio di Stato, definitiva e favorevole all’amministrazione comunale, per l’inizio dei lavori già appaltati, a proposito del ricorso che era stato presentato dalla famiglia Moser, proprietaria di edificio, garage, muro di cinta e alberi del giardino posti all’imbocco di via Dolomiti in direzione nord. In sostanza, i lavori erano stati bloccati invocando una norma di carattere urbanistico contenuta nel Prg di Pergine valevole per i centri storici. Ma lì, all’incrocio tra via Regensburger e via Dolomiti, il contendere non è nel perimetro del centro storico. Il Tar aveva recepito il ricorso Moser, prendendo per così dire un abbaglio proprio perché la norma era inapplicabile sul sito considerato.

Il primo progetto era stato approvato nel 1997 (un miliardo di lire, la spesa prevista), poi accantonato (per dieci anni) in attesa che «si completasse lo sviluppo edilizio» (frase storica pronunciata in consiglio comunale). Il progetto fu ripreso nel 2007, rifatto e approvato nel 2009. All’indomani, appunto il ricorso che nel 2001 era stato accolta dal Tar. Ma l’allora sindaco Silvano Corradi aveva richiesto la sospensiva, poi concessa, in attesa della sentenza definitiva da parte del Consiglio di Stato, emessa ieri, appunto a favore del Comune. Vista la sospensiva, nel frattempo l’iter era proseguito con 507.000 euro di indennità a favore di 25 posizioni di proprietà. Tra queste appunto, particolarmente importante, quella della famiglia Moser. L’imbocco della strada rappresentava un po’ il nodo da sciogliere vista la posizione (curva totalmente cieca), tanto più che occorreva allargarla fino a 5,50 metri. Con la sentenza del Consiglio di Stato, si potrà ora procedere alla firma del contratto, consegnare l’opera già appaltata l’anno scorso in novembre all’impresa Aurelio Morelli di Pergine che sull’importo a base d’asta di 715.000 euro aveva presentato un ribasso del 17,27 %. Altri 750.000 euro sono per gli espropri. Il costo è elevato perché, nel frattempo è aumentata l’indennità, ma anche i manufatti, tecnologici da espropriare e ripristinare. La strada è particolarmente pericolosa perché utilizzata per raggiungere il nido e la scuola media.













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