Vasca scoperta e il «pallone» marcisce

Piscina Fogazzaro, la copertura da 6 anni in magazzino. Tra le lamentele di utenti e atleti


Chiara Bert


TRENTO. Un pallone. Tecnicamente si chiama «copertura pressostatica», un telo plastico in due pezzi con camera d'aria per impedire la condensa. Acquistato da Asis nel 2002 per coprire la vasca olimpionica esterna da 50 metri delle Fogazzaro e sopperire così ai disagi dovuti alla chiusura per lavori della piscina di Madonna Bianca. La speranza di utenti e società sportive era di avere a disposizione una nuova vasca lunga coperta, ma il sogno si è infranto. «Dal 2005 il pallone sta a marcire in un magazzino del Comune mentre la vasca olimpionica rimane inutilizzata 9 mesi all'anno», denuncia il consigliere comunale Claudio Cia.

Che fine ha fatto il «pallone»? È la domanda che in una delle tante giornate di pioggia di questa strana estate si sono fatti, si sono fatti i tanti nuotatori del lido Manazzon. La copertura darebbe infatti la possibilità di utilizzare la vasca all'aperto da 50 metri durante tutto l'anno e anche nei giorni di maltempo. Ma il punto è che il pallone da anni si è «sgonfiato».

La ricerca l'ha fatta il consigliere comunale della Civica per Trento Claudio Cia. Il quale ha scoperto che «fino al 2005 la struttura ha permesso l'utilizzo della vasca agli atleti delle società sportive», ma da allora «è depositata a marcire presso un magazzino del Comune». «In questo modo - osserva il consigliere in un'interrogazione - la vasca olimpionica rimane inutilizzata per almeno 9 mesi all'anno. Se poi eventi meteorologici rendono la stagione estiva fredda o piovosa l'uso appieno di tale piscina risulta ancora più problematico, riducendo per l'utenza la possibilità di fare nuoto anche nei mesi estivi visto che le altre piscine del lido Manazzon sono chiuse al pubblico durante l'estate». La conseguenza - conclude Cia - è che «viene penalizzata sia l'utenza delle società sportive, sia quella individuale».

Per il consigliere si tratta di un esempio di «cattiva amministrazione» e sperpero di denaro pubblico. Il pallone pressostatico da ormai 6 anni non è più stato installato. Una decisione motivata da Asis (l'azienda che gestisce gli impianti sportivi cittadini) con l'insufficienza di risorse a disposizione e con la riapertura (nella primavera 2005) della piscina di Madonna Bianca.

La struttura ha infatti alti costi di gestione: 225 mila euro per 9 mesi di utilizzo, uno sforzo economico solo in minima parte compensato dalle entrate (circa 24 mila euro). È la stessa Asis, in una relazione tecnica, a specificare che le condizioni della copertura - ora in magazzino - sono «da verificare ma probabilmente in caso di utilizzo futuro servirà un pesante intervento di manutenzione straordinaria il cui importo economico non si può stimare se non al momento dell'eventuale utilizzo». Insomma servirebbero altri soldi, che di questi tempi Asis e Comune non hanno. Anche perché, se in passato l'accesso è stato consentito ai solo utenti nuotatori (fino a 100 persone) e solo agli appartenenti alle società sportive in grado di garantirsi il servizio di assistenza bagnanti, un eventuale uso futuro obbligherebbe Asis a garantire i bagnini a proprie spese per tutelare la sicurezza degli utenti.













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