il caso

Valdastico: Patt e Upt uniti «Via libera, può servirci»

I due partiti appoggiano la linea Rossi. Panizza: «Il Pd trentino si metta d’accordo con quello nazionale: uno dice “no” a priori mentre l’altro spinge per l’opera»


di Luca Pianesi


TRENTO. Converge sempre più verso il “sì” la politica trentina per quanto riguarda la questione Valdastico Nord. Dopo una prima apertura del presidente Rossi, che martedì dalle pagine del Trentino ha detto che «se il Veneto con quest’opera riuscirà a risolvere alcuni problemi della nostra provincia (come l’eccessivo carico di traffico pesante sulla Valsugana e l’elettrificazione della ferrovia Trento-Venezia) ci penseremo», scollandosi, così, dallo storico “no a priori” che aveva caratterizzato la posizione Trentina negli ultimi 40 anni, anche il segretario del Patt Franco Panizza e la segretaria dell’Upt Donatella Conzatti si sono mostrati decisamente possibilisti.

«La posizione del Patt è quella del presidente della Provincia - spiega Panizza - restiamo contrari all’idea dell’autostrada ma se i vantaggi alla fine, per il nostro territorio, saranno maggiori rispetto agli svantaggi, alla fine non potremo che dire di sì. Se il Veneto, infatti, decidesse di scaricare tutto il traffico della Pedemontana sulla Valsugana utilizzando l’attuale infrastruttura, che non è attrezzata ed è già oggi piuttosto pericolosa da percorrere, in sostituzione di una possibile Valdastico sarebbe una catastrofe. A quel punto sarebbe preferibile realizzare la famosa galleria e completare l’autostrada della Valdastico così da liberare in maniera definitiva la Valsugana dal traffico pesante».

«Anche l’assessore alle infrastrutture Gilmozzi è d’accordo con questa posizione - prosegue Donatella Conzatti segretaria del partito dell’assessore - ed io mi sento di appoggiare in toto questa linea. Il nostro non sarà mai un “no” ideologico com’è sempre stato quello del Pd trentino. Il nostro è un “no” motivato basato sulla considerazione che il Trentino, per quanto ci riguarda, dovrebbe investire su un concetto di sviluppo sostenibile e quindi prima di tutto sull’alta velocità e la ferrovia. Ma se il nostro “no” dovesse portare a un peggioramento dell’attuale situazione in Valsugana non ce lo perdoneremmo. Quindi via libera alla discussione e in caso cerchiamo di trovare una soluzione che sia la migliore possibile. Per esempio piuttosto che far uscire la Valdastico a Besenello, dove sarebbe molto impattante, sarebbe meglio portarla un po’ più giù, in zona Rovereto Sud, o più su, in zona Trento Nord per creare, magari anche degli scambi intermodali con la ferrovia». Chi resta contrario, ad oggi è il Pd trentino che ieri per tramite del senatore Giorgio Tonini ha detto, sostanzialmente, che la Valdastico non s’ha da fare.

«Il Pd deve decidere cosa vuole fare - commenta Panizza - a livello nazionale spinge per l’opera e a livello locale sono rimasti gli unici a dire “no” a priori. Stupisce la posizione di Tonini che, tra l’altro, è anche membro della segreteria nazionale. Come Patt ci auspichiamo che il Pd trentino e quello nazionale finalmente si mettano d’accordo. Se insieme riusciranno a far cambiare idea al Veneto noi saremo ben contenti di appoggiarli. Ma ad oggi la realtà è che gli investimenti in Italia per il trasporto su rotaia sono minimi e che la priorità è risolvere le problematiche legate al trasporto su gomma». Della serie: Pd se ci sei batti un colpo.

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