VALANGA SUL PORDOIIl Trentino piange i 4 soccorritori mortiDellai: "Esempio di grandi valori"

La Val di Fassa, il Trentino e tutte le Dolomiti piangono i loro quattro eroi morti nel tentativo di salvare altre vite umane rimaste sotto una valanga. Luca Prinoth, Diego Perathoner, Alex Dantone ed Erwin Riz erano quattro tecnici preparati, professionisti esperti che avevano dedicato la loro vita al soccorso alpino. Il governatore Dellai li ricorda come "esempio dei grandi valori e della solidarietà della nostra terra"

 Nelle foto da sinistra Luca Prinoth, Diego Perathoner ed Erwin Riz



TRENTO. Diego Perathoner, 42 anni, Ervin Ritz, 32 anni, Luca Prinoth, 43 anni, Alessandro Dantone 39 anni. Erano tutti della val Di Fassa i quattro uomini del soccorso alpino morti nel vano tentativo di salvare due friulani travolti da una slavina in quella valle dalla falde scoscese e senza neanche un albero a frenare la caduta del costone di neve e ghiaccio. Altri due uomini del Soccorso alpino, travolti anch'essi dalla valanga, appena estratti hanno ripreso, feriti, a scavare e a sondare la neve. Tutti e quattro erano del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Trentino, operatori tecnici tutti preparati e formati per intervenire con competenza ed in sicurezza in ambiente impervio. Gente di poche parole, come tutti i montanari, tutti volontari, eroi di tutti i giorni. Spesso squilla il cellulare per un turista in difficolta' ed allora lasciano il lavoro, indossano gli indumenti e le attrezzature per salire in quota, raggiungono il punto di raccolta.

Qui il silenzio è rotto soltanto dal gracchiare delle radio, nella concentrazione piu' assoluta, in attesa di partire, quasi sempre per rischiare la vita e per salvarne delle altre. Stavolta non ce l'ha fatta Diego Perathoner, figlio dell'ex presidente Super Ski Dolomiti, ideatore e organizzatore della Sellaronda Ski Marathon e della Dolomites Skyrace, due gare tra le più conosciute ed apprezzate, e non solo in Italia, una vita per la montagna, nato in mezzo alla neve, alle vette dolomitiche, alle piste da sci. Si doveva sposare a primavera ed era una delle persone più attive nella Val di Fassa, dove aveva lavorato a lungo per le Nazionali italiane di sci alpino.

Non ce l'ha fatta Erwin Riz, 32 anni, originario di Canazei, considerato una promessa dell'alpinismo trentino. Conosceva particolarmente bene la val Lasties, quella della tragedia, visto che il fratello gestisce il rifugio più alto proprio di quella valle. Non ce l'ha fatta Alessandro Dantone, 39 anni, fin da giovanissimo nel Soccorso alpino. Era una guida e lavorava per il servizio Strade della Provincia autonoma. Sposato, lascia due figli, di 11 e 16 anni. E non ce l'ha fatta nemmeno Luca Prinot, 44 anni, sposato e padre di un bimbo: faceva la guida alpina e il maestro di sci, con la passione dell'arrampicata, su roccia e su ghiaccio. "Erano tutti esperti - ripetono i loro colleghi del Soccorso Alpino - e anche in questo caso lo hanno dimostrato, accorrendo come sempre anche al buio. Quel costone enorme di neve si è staccato per una fatalità, in alto, sopra di loro".

 Così li ha ricordati il governatore trentino Lorenzo Dellai: "Quel che è successo - ha detto - ricorda prepotentemente a noi tutti che ogni giorno uomini e donne del nostro Trentino rischiano la vita per il prossimo, per essere fedeli a quello spirito di solidarietà che fa parte della nostra costituzione morale". E lo conferma la vicenda dei due scampati, Roberto Platter e Sergio Valentini. Feriti essi stessi dalla slavina, in ipotermia, non hanno abbandonato i compagni finché le vittime sono state estratte ed hanno continuato a scavare senza sosta. "E questi nostri fratelli - ha detto Dellai - hanno sacrificato la loro vita per seguire dei valori che tutti noi dobbiamo impegnarci a non tradire mai".

(Nelle foto da sinistra Luca Prinoth, Diego Perathoner ed Erwin Riz)













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