Va in soffitta il panino dei frati

Santa Caterina, la beneficenza si aggiorna: «Collaboriamo con la mensa Caritas»



ROVERETO. Il cartello, appeso sulla porta di ingresso del convento dei frati di Santa Caterina, è categorico: dal primo settembre non si distribuiranno più panini. Ponendo fine ad una tradizione che affonda le radici fino al medioevo, con i conventi a rispondere con un pezzo di pane alla fame di chi bussava alle loro porte.

In realtà in Santa Caterina, al passo con la modernità, oltre al pane chi si rivolge ad ora di pranzo al guardiano riceve anche il companatico: un panino col formaggio o con l'affettato. Questo da sempre, ma ancora per pochi giorni.

«In verità - spiega padre Vigilio - abbiamo semplicemente preso atto dei tempi che cambiano e del contesto nel quale operiamo. Come prima di noi hanno fatto, per esempio, al convento di San Lorenzo, a Trento. Dove pure distribuivano panini ma hanno smesso ormai da parecchio. In Trentino per fortuna, esiste ormai una rete di assistenza strutturata ed efficace. A due passi dal convento abbiamo la sede della Caritas, con la quale collaboriamo anche con un sostegno economico. Loro hanno una mensa, una struttura idonea a fornire pasti nel rispetto delle norme attuali. Ed anche in grado di valutare e monitorare il bisogno.

Insomma, sono dei professionisti di questo tipo di assistenza. Noi ci muoviamo oggi ancora come si faceva 900 anni fa: uno suona, entra, chiede un panino, glielo diamo. Dopo averli preparati noi come siamo in grado di fare. Col tempo abbiamo dovuto prendere atto che non poteva più funzionare. Non siamo in grado di valutare l'effettivo bisogno, e tra persone che possono effettivamente essere in difficoltà, ce ne sono anche molte che approfittano semplicemente della situazione. Poi c'è molto spreco: troviamo sistematicamente panini per terra o buttati nei cestini dopo appena un morso o due. C'è anche l'aspetto delle norme sanitarie: volendo, noi siamo un convento, mica un ristorante o una mensa. Messo tutto assieme, riteniamo più efficace collaborare con il punto accoglienza qui vicino. Non ci tiriamo affatto indietro sulla carità, capiamoci, ma la facciamo nel modo che ci sembra più efficace e al passo con i tempi».

Quindi tra 10 giorni i panini «naif» dei frati diventeranno storia. Sostituiti da quelli imbustati della Caritas.













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