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Va a trovare il fratello in cella con l’eroina

Tunisino fermato e denunciato dagli agenti della polizia penitenziaria: aveva lo stupefacente nella tasca. È stato condannato a quattro mesi



TRENTO. Era andato in carcere, a Spini, per una visita. Aveva chiesto e ottenuto un colloquio con il fratello lì detenuto da un po’ di tempo. Fin qui nulla di anomalo. Era stato fatto entrare nella stanza dove passano i famigliari dei reclusi e dove la polizia penitenziaria fa dei controlli. Per evitare che nelle celle vengano introdotti oggetti o sostanze che non sono ammesse. Come, ad esempio, la droga. Ma è stata proprio della droga - dell’eroina in particolare - quella che l’uomo, un tunisino che abita a Pergine aveva con sè. Sequestrato lo stupefacente, lo straniero è stato quindi denunciato e ora condannato dal giudice a quattro mesi di reclusione e al pagamento di 700 euro di multa.

Il caso finito nell’aula del tribunale di largo Pigarelli risale a poco meno di un anno fa. Quel giorno di fine gennaio il tunisino (che da tempo abita in provincia e che qui si è sposato) si era dunque recato a Spini per incontrare il fratello detenuto. Per ottenere il colloquio aveva presentato domanda e sapeva benissimo cosa poteva e cosa non poteva portare con sè. Ma si era «dimenticato» di averr addosso dell’ eroina. Meno di mezzo grammo di droga che era contenuta in un «classico» involucro termosaldato. Che lo stupefacente fosse per lui o meno non è dato sapere. E neppure è fondamentale per l’accusa. Sì perché in qualsiasi caso quell’eroina non poteva averla addosso.

Come detto la droga è stata scoperta nel corso di un controllo e quanto l’involucro è stato trovato nella tasca dell’uomo, è stato fatto subito una prima verifica che ha dato esito positivo: era effettivamente quello che sembrava: eroina. Vista la situazione, gli agenti della polizia penitenziaria hanno quindi ampliato il raggio del controllo, andando a perquisire anche la macchina dell’uomo, i suoi oggetti personali che aveva lasciato in custodia all’ingresso del carcere e la sua abitazione. E alla fine la penitenziaria ha sequestrato anche qualche grammo di hashish, delle sim card, una bilancino di precisione e del denaro che viene considerato come possibile provente dell’attività di spaccio.

Questo il quadro complessivo che ha portato al capo d’imputazione contro l’uomo. L’accusa è stata portata fin davanti al giudice Serao che - sentite accusa e difesa - ha quindi deciso per la condanna dell’uomo a quattro mesi di reclusione e al pagamento della multa. Visto che aveva diversi precedenti - anche specifici - per lui non è stato possibile prevedere la sospensione della pena.













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