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Usura, boom di cause alle banche

In Procura sono molte le denunce penali presentate contro gli istituti accusati di applicare tassi troppo elevati


Ubaldo Cordellini


TRENTO. La crisi morde, soldi ce ne sono sempre di meno e spesso la gente non ce la fa a pagare la rata del mutuo. Così molte case, ma anche terreni e aziende, vanno all’asta. Aumentano, però, anche i contenziosi in Tribunale contro le banche, sia civile che penale. Di recente anche a Trento si è registrato un sensibile incremento delle denunce anche penali nei confronti degli istituti di credito. Sono molti i piccoli imprenditori, ma anche semplici acquirenti di case con il mutuo, che accusano le banche di aver applicato tassi usurari. Molte delle denunce penali sono finite sul tavolo del pubblico ministero Marco Gallina che ha già presentato istanza al gip di svolgere due perizie con la formula dell’incidente probatorio per verificare se, nei casi concreti, sia stato superato il cosiddetto tasso soglia fissato dalla Banca d’Italia. La materia è complessa dal momento che il tasso soglia varia con il passare del tempo e anche a seconda della categoria del mutuo. Per questo il pubblico ministero ha ritenuto necessario fissare i primi paletti con una consulenza che stabilisca i principi generali. Le denunce sono state presentate contro varie banche e si tratta di vedere anche se sussiste il cosiddetto elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo da parte dei funzionari che avrebbero applicato i tassi usurari.

In mancanza di questo elemento, l’unica strada restante a chi ritiene di vedersi applicato un tasso troppo alto da parte della propria banca è quella della causa civile. Molte delle speranze di chi presenta denuncia si basano sulla sentenza della Cassazione 350 del 2013 che ha stabilito il principio secondo il quale il tasso può diventare usurario anche dopo la stipula del contratto. Secondo questa sentenza, il rapporto di mutuo è un rapporto in divenire che cambia di continuo, almeno per quanto riguarda i mutui a tasso variabile. Per questo, durante la vita del mutuo, si può superare il tasso soglia che varia con il tempo anche in base all’inflazione e al variare dei tassi di riferimento.

La Cassazione ha stabilito che «si intendono usurari gli interessi che superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, quindi anche a titolo di interessi moratori. La deduzione della nullità delle clausole che prevedono un tasso d'interesse usuraio è rilevabile anche d'ufficio, non integrando gli estremi di un'eccezione in senso stretto, bensì una mera difesa, che può essere avanzata anche in appello, nonchè formulata in comparsa conclusionale, ma ciò a condizione che sia fondata su elementi già acquisiti al giudizio».

In base a questa sentenza molti avevano esultato, ma come chiarito da successive sentenze di merito, la Cassazione non aveva stabilito che, al fine di calcolare il tasso di interesse applicato in concreto, si potessero sommare il tasso di interesse più quello di mora. Successive sentenze hanno stabilito che i due tassi sono alternativi. Quindi l’accertamento dei tassi effettivi è molto più complesso di quanto non potesse sembrare in un primo momento.

Sulla base di questa sentenza, comunque, è partita una vera raffica di cause e di denunce penali. Nel caso di inchiesta penale, le consulenze e le perizie vengono svolte a spese della Procura. Per questo molti provano questa strada e per questo i magistrati prima vogliono verificare bene se ci sono gli estremi di reato oppure se si tratta di questioni civilistiche.

Di recente due imprenditori hanno fatto una causa a una banca locale chiedendo 138 mila euro tra interessi pagati in eccesso e commissioni di massimo scoperto che non sarebbero state concordate. La stessa banca è stata condannata per dei derivati che dovevano coprire il rischio del mutuo.













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