Upt, nessuna mediazione È muro contro muro

Tramontata l’ipotesi che al Cantiere sia offerta la presidenza in segno di pace Domani si riunisce il parlamentino per sciogliere il nodo incompatibilità



TRENTO. Resta altissima la tensione all’interno dell’Upt. Alla vigilia della riunione del parlamentino, sembra essere sfumata l’ipotesi di una presidenza offerta al Cantiere civico come gesto di riappacificazione tra dellaiani e mellariniani.

«Un’ipotesi che era rientrata nelle trattative, per capire se fosse possibile un avvicinamento», conferma Donatella Conzatti, segretaria uscente in regime di prorogatio. Finora però non si è raggiunta alcuna intesa, anzi. «Se n'era parlato ma non sembra che si sia approdato a nulla di realistico. Si sta delineando invece una candidatura espressione della maggioranza emersa dal congresso».

Le colombe dei due schieramenti contrapposti hanno provato a fare da pontieri. Ma non hanno avuto successo e le posizioni restano distanti. Manca l'accettazione, da parte dei dellaiani che il congresso è valido (come hanno affermato i garanti) anche dal punto di vista politico.

Si va quindi verso un nuovo muro contro muro. L’ipotesi peggiore è che i dellaiani decidano di non presentarsi e di lasciare il partito, ma è più probabile che vadano all’appuntamento e scelgano di salire sull'aventino, dicendo la loro e assumendo un ruolo di opposizione dura.

Come è noto la richiesta della minoranza era che la segreteria fosse affidata a un nome terzo, uno scenario che tuttavia è destinato a restare fantascienza anche per gli ostacoli tecnici che si presentano: il congresso infatti non è un'assemblea puntuale ma il frutto di una serie di assemblee territoriali (16) culminate in quella finale, che ha portato all’elezione di Mellarini. Si può escludere che quest’ultimo, che ha la maggioranza del partito dalla sua parte, faccia un passo indietro. Non va dimenticato inoltre che al momento del deposito delle tesi si era già cercata una figura di sintesi in Mario Tonina, ma che il tentativo di mediazione era fallito fin dall'inizio per la contrarietà dello stesso Dellai.

Con il tempo la situazione è andata precipitando, fino arrivare allo stallo attuale. Le incognite sul futuro assetto dell’Unione sono molte. Unica cosa certa è che domani alle 18, nella sede di Trento nord, si riunirà il parlamentino per discutere dell’incompatibilità di Tiziano Mellarini, che finora non ha potuto accettare la carica di segretario restando contemporaneamente assessore. Lo statuto lo vieta e per questo i mellariniani puntano a modificarlo eliminando alla radice l’incompatibilità.

All'ordine del giorno, domani, c'è infatti una proposta di emendamento all'articolo 17 sull'incompatibilità con richiesta di convocazione dell'assemblea, avanzata da parte di quasi metà del parlamentino stesso. «Chi lo ha proposto chiede l'articolo venga rivisto - riassume Conzatti - sostenendo che non ci debbano essere vincoli di sorta ma che qualunque aderente che abbia titolo possa accedere liberamente alle cariche del partito». Sul fronte dellaiano - aggiunge la segretaria uscente - «è difficile che ci siano sorprese, perché per inserire nuovi punti all'odg bisognerebbe che tutto il parlamentino fosse d'accordo all'unanimità».













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