Upt - Cantiere alla conta Filippi sfida Paolazzi

Assemblea cittadina: applausi per Dellai, ma Mellarini fa il pieno di tessere L’ex governatore attacca: «Una follia che l’urbanistica a Trento finisca al Pd»


di Chiara Bert


TRENTO. A Trento Upt e Cantiere civico vanno alla conta. In una delle assemblee più affollate della storia recente del partito (oltre 300 le persone in sala ieri a Cognola), per il ruolo di coordinatore cittadino si sfidano due ex presidenti di circoscrizione: Corrado Paolazzi, ex presidente di Gardolo, portavoce del Cantiere dellaiano, e Carlo Filippi, ex presidente di Villazzano, convinto alla fine a scendere in campo per l'area di Mellarini.

Scrutinio a tarda sera, quando il nostro giornale era già in stampa, dopo un animato dibattito che ha seguito la presentazione delle due tesi congressuali da parte dei due candidati alla segreteria provinciale dell'Upt, l'ex governatore oggi deputato Lorenzo Dellai e l'assessore provinciale Tiziano Mellarini. La gara degli applausi la vince, senza timore di smentita, Dellai. Ma quella delle tessere Mellarini: 254 a 62 quelle di suoi sostenitori.

«Siamo e resteremo amici», assicura l'ex presidente e padre fondatore dell'Upt. Ma tra i due sfidanti volano anche fendenti.

«Non abbiamo nulla contro le persone del Cantiere - dice Mellarini - ma i 180 secondi organizzati di Sanbapolis sono stati un'iniziativa autonoma non discussa nel partito. C'era un disegno politico con il Pd che non ha trovato risposta». L'assessore rivendica «l’orgoglio della storia Upt che si rifa al popolarismo», conferma di non avere in mente «nessuna svolta neocentrista» e che «l'Upt sta nel campo democratico e nell'attuale coalizione», infine promette un partito più partecipato e spazio ai giovani. Dellai parla di Trento, dell'«anima comunitaria della città». Poi contrattacca: «È l'Upt che è parte del Cantiere, stavamo per scomparire e siamo diventati seconda forza della città. È vero che in Comune c'è disagio, io avevo proposto le primarie per scegliere il sindaco ma Andreatta è stato eletto anche da noi e oggi è il nostro sindaco, non possiamo torturarlo con i franchi tiratori nel voto segreto». E avverte: «A forza di esprimere disagio corriamo il rischio che il Pd si riprenda la delega all'urbanistica alla vigilia del prg. Sarebbe la follia più totale».

A Mellarini riserva una stoccata finale: «Il nostro statuto dice chiaramente che se sei segretario del partito non puoi fare l'assessore provinciale».

Il dibattito permette di pesare le forze in campo e rivela che la città sta con Dellai. Mellarini rincorre. Con l'ex governatore e con Paolazzi si schierano il vicesindaco Paolo Biasioli, che fa appello all'unità del gruppo comunale che da mesi è spaccato in due e sta mettendo in crisi la giunta Andreatta. «Il Cantiere - ricorda - ha permesso di recuperare 700 voti rispetto alle provinciali 2013 in città». E a Mellarini dice: «Pericolosa la commistione tra ruolo di segretario e assessore. Non si cambi lo statuto». Un appello accorato alla compattezza arriva anche dall'ex assessore Renato Tomasi e dallo stesso Paolo Castelli, uno dei due dissidenti del Cantiere in Comune insieme a Salvatore Panetta (che ieri ha chiamato a raccolta le sue truppe cammellate), entrambi candidati ieri al parlamentino provinciale. «Non vogliamo che il Cantiere svanisca, non capiamo perché siamo antipatici a quelli dell'Upt», confessa Laura Pedrotti. Fuori dal coro dellaiano l'ex consigliera comunale Eleonora Angeli (della segreteria Conzatti): «Non abbiamo bisogno di uomini soli al comando», è il suo messaggio rivolto a Dellai.

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