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Università, taglio ai costi e limiti al turn over

Schema d'intesa con la Provincia per rispettare il patto di stabilità: 112 milioni di euro il budget annuale per la ricerca



TRENTO. Anche l'Università compartecipa al rispetto del patto di stabilità: lo farà con tagli ai costi (ma restano stabili le spese per la ricerca e gli investimenti) e un tetto al turn over del personale. L'assessora provinciale all'università e ricerca Sara Ferrari ha presentato alla quinta commissione lo schema d’intesa tra la Provincia e l’ateneo trentino, che fissa gli obblighi e vincoli a carico dell’Università, finalizzati a garantire il concorso al perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica. In questo momento, ha spiegato l’assessora, il piano della ricerca è al vaglio dei soggetti interessati ed entro fine giugno potrà essere completato l’iter. E’ in arrivo anche l’atto di indirizzo triennale.

L’accordo sul patto di stabilità  contiene una serie di azioni di razionalizzazione della spesa che l’Università è obbligata a sottoscrivere con la Provincia entro il 31 maggio di ogni anno, pena l’adeguamento all’accordo nazionale. Il documento fissa dei vincoli in ordine alle spese del personale, ai miglioramenti economici dei docenti, dei ricercatori e ai rinnovi contrattuali del personale tecnico amministrativo: è fissato un limite numerico di turn over e di spesa (i costi per il personale non possono superare il 65% della spesa complessiva). In base a quanto stabilito dal ministero, l’ateneo è tenuto a vincolare il 30% del costo equivalente delle cessazioni del personale tecnico e amministrativo intervenute nel 2014 per destinarlo alle procedure di mobilità delle Province. Vengono introdotte misure di contenimento dei costi comuni e, dove sussistano le condizioni di efficacia, economicità e standard compatibili, si impone all’ateneo il ricorso ai servizi offerti dalle agenzie ed enti strumentali della Provincia. Restano invariate le spese per la ricerca, alta formazione e investimenti.

Rispondendo ai dubbi dei consiglieri, Ferrari ha spiegato che per la ricerca la Provincia stanzia un finanziamento totale garantito e fisso di 112 milioni di euro, "una certezza che credo nessun’altra Università italiana possa vantare". Quanto alla biblioteca universitaria, è finanziata attraverso Patrimonio del Trentino e non rientra dunque in questo accordo, pur pesando sulla Provincia in termini di indebitamento.













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