Università: Sociologia occupata, la condanna del rettore

Bassi: «Si stuferanno di fare la rivoluzione». Il preside Dallago pronto a chiamare la polizia


Jacopo Tomasi


TRENTO. Tra assemblee e dibattiti continua l'occupazione di Sociologia, che durerà almeno fino a venerdì. Allo stesso tempo, però, è arrivata la condanna del rettore dell'Università di Trento, Davide Bassi.

«Sono pochi studenti che credono di poter fare la rivoluzione, ma si stuferanno». E intanto il preside Bruno Dallago non ha concesso il blocco della didattica. Dallago ha minacciato di chiamare le forze dell'ordine se verranno occupate aule non concesse. «Non ne vedo il motivo», ha spiegato. «Le attività devono continuare regolarmente».

Il "popolo dell'occupazione" è costantemente connesso con le altre facoltà italiane occupate, da Pisa a Roma a Palermo. Nell'atrio del palazzo storico di via Verdi, diventato il quartier generale della protesta, c'è un computer acceso 24 ore su 24 che aggiorna in tempo reale sull'andamento della mobilitazione anti-Gelmini.

Si naviga su www.uniriot.org e globalproject.info, i siti della rabbia studentesca, ma la contestazione alla riforma che ha ottenuto l'ok alla Camera non si ferma sul web.

Nella prima notte dell'occupazione un centinaio di ragazzi ha dormito a Sociologia, avvolto nei sacchi a pelo. La base del movimento trentino è composta soprattutto da studenti di Sociologia, ma anche di Lettere, Giurisprudenza, Ingegneria, Scienze cognitive e Fisica. Si sono organizzati in gruppi: ci sono gli addetti alla sicurezza, i responsabili delle pulizie, chi deve realizzare, stampare e portare i volantini informativi nelle altre facoltà. E poi ci sono gli addetti alla cucina. Nel cortile esterno è stato allestito un piccolo angolo cottura dove si sfornano panini col wurstel e (udite, udite) polenta.

Ma non c'è solo folklore. Già ieri sono iniziati i dibattiti sul ddl Gelmini e sulla provincializzazione dell'ateneo trentino. Un ragazzo avrebbe anche lamentato di non aver potuto partecipare ai "tavoli" perché "di destra". Voce non confermata. Comunque, dagli incontri sono emersi spunti che saranno ripresi nell'assemblea d'ateneo concessa dal rettore Davide Bassi per il 15 dicembre prossimo. Rettore che ha condannato la decisione di occupare la facoltà.

«Mi sembra un fenomeno circoscritto a pochi studenti: a protestare è un manipolo che vorrebbe fare la rivoluzione, ma si stuferà. Non mi preoccupa eccessivamente». In ogni caso, prima di ogni lezione, gli occupanti chiederanno a professori e studenti di sospendere la didattica, spiegando i motivi della protesta. L'obiettivo è quello di portare avanti l'occupazione almeno fino a domani compreso. Poi si vedrà. Quel che è certo è che ogni giorno si svolgerà un'assemblea alle 18 per discutere sul ddl Gelmini «che riduce le borse di studio del 90% e aumenta il controllo dei privati sull'università pubblica» e sulla provincializzazione che «isola l'ateneo trentino, lo sottopone al controllo politico del governo provinciale e viene deciso senza coinvolgere le componenti dell'università». Al termine dell'assemblea, spazio alla musica. Sociologia "spalanca le porte alla città", con deejay e cineforum.

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