Università di Trento: toto-rettore, spuntano i primi nomi

Corsa a tre fra Collini, Giangiulio e Schizzerotto



TRENTO. In meno di un anno l'Università di Trento cambierà volto. Completamente. La riforma, il passaggio di competenze dallo Stato alla Provincia e il nuovo Statuto daranno vita a qualcosa di nuovo. Ed è curioso che questo accada tra fine 2011 e inizio 2012, a cinquant'anni esatti dalla fondazione dell'Istituto Universitario Superiore di Scienze Sociali ad opera di Bruno Kessler, nel 1962.
Un passaggio epocale, che segnerà una nuova era proiettata sempre più verso l'Europa. Cambieranno, però, gli organismi. Col nuovo Statuto, che dovrebbe essere approvato entro la primavera prossima, facoltà e dipartimenti saranno con tutta probabilità accorpati in una struttura unica. Il modello è quello della "research intensive university", che punta ad avere un ottimo livello di ricerca in tutti i settori, senza comunque trascurare la didattica. Ma soprattutto cambieranno i protagonisti. "Salteranno" tutti gli attuali presidi di facoltà e direttori di dipartimenti. Si rinnoveranno Consiglio d'amministrazione e Senato accademico. E, punto sicuramente più rilevante, sarà nominato il nuovo rettore.
Il secondo mandato di Davide Bassi scadrebbe a metà 2012, ma il fisico genovese ha già fatto capire in più di un'occasione che una volta approvata la norma d'attuazione dal Consiglio dei ministri (fine aprile?) e avviato l'iter per il nuovo Statuto, lascerà. «Chiudo questa partita e faccio spazio», avrebbe confidato agli amici. Questo avverrà presumibilmente a cavallo tra la fine di quest'anno e l'inizio del 2012. Ciò significa che tra un anno esatto si eleggerà il nuovo rettore dell'ateneo trentino. Un lasso di tempo minimo, vista la portata dei cambiamenti in atto. Bassi ha vissuto anni intensi, sempre con grande rigore, e sarà ricordato come il rettore del secondo grande passo dell'Università. Il suo successore avrà il compito di mettere in atto tutto ciò di cui si sta parlando in questi mesi.
Nell'ambiente accademico il toto-nomine è già iniziato. La campagna elettorale è alle porte. Una cosa è (quasi) certa: questa volta toccherà alla città. Per la tacita regola dell'alternanza, infatti, la collina ha già dato, poiché Bassi proviene dalla facoltà di Scienze. Partendo dal presupposto che Scienze cognitive è troppo giovane, purché in rapida ascesa, per presentare un candidato credibile, in lizza ci sarebbero Giurisprudenza, Sociologia, Lettere ed Economia. La facoltà di Legge, che ha avuto di recente Fulvio Zuelli in via Belenzani, sembra defilata ed i giochi dovrebbero essere riservati alle altre tre. Tutte realtà importanti dell'ateneo trentino.
Se il preside di Sociologia, Bruno Dallago, non pare un candidato fortissimo, certamente di peso sarebbe il nome di Antonio Schizzerotto, decano della facoltà, professore ordinario di Sociologia generale. Chi lo conosce bene, sa che ci sta pensando. Eccome. A metterlo fuori gioco, però, potrebbe essere una norma nazionale che prevede che non può diventare rettore chi dovrebbe andare in pensione prima della scadenza del mandato. Ma mai dire mai.
Maurizio Giangiulio, preside di Lettere e filosofia, è un nome gradito a molti. Sicuramente apprezzato dall'attuale rettore, Davide Bassi. Ma il ranking non convincente della facoltà negli ultimi anni non è uno sponsor particolarmente positivo.
Infine, colui che, ad oggi, sembrerebbe essere in pole position. Paolo Collini, preside di Economia, ha il "phisique du role" e gode di grande stima in diversi ambienti, non ultima quella del presidente della Provincia Lorenzo Dellai. Ha una visione futura dell'ateneo in linea coi grandi cambiamenti che lo stanno attraversando e, se chiamato in causa, non si tirerebbe indietro. Ad ammetterlo è lui stesso. «In questi anni - afferma - ho messo grande passione ed impegno in questo lavoro. Credo di aver fatto tante cose per il bene della facoltà di Economia. Se qualcuno dovesse ritenere utile il mio nome per l'ateneo, non mi sento di escludere un mio impegno. Ci penso, anche se è ancora presto. Quel che è certo è che ci aspettano sfide importanti e per affrontarle bisognerà lavorare duramente».
Insomma, il futuro dell'Università di Trento è proiettato verso l'Europa, ma il timoniere che la guiderà è ancora avvolto dal mistero. Anche se, ad oggi, i giochi sembrano essere a tre: Giangiulio, Collini, Schizzerotto. La campagna elettorale è aperta.

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