Una guida in sicurezza? Da provare al buio 

Irifor mette al volante non vedenti, Gilmozzi, Stanchina e Giacomoni per l’appello: «Usare tutti i sensi»


di Sandra Mattei


TRENTO. Una lezione sull’utilizzo di tutti i sensi, quando si è alla guida, perché spesso siamo distratti da cellulari, musica e chiacchiere. Perché la concentrazione non è mai troppa e non basta solo la vista per una guida prudente. È così grazie alla cooperativa Irifor che da anni si occupa di prevenzione e riabilitazione dei non vedenti, ieri si è voluto dare un messaggio forte, con testimonial i due assessori comunali Italo Gilmozzi e Roberto Stanchina ed il comandante della polizia locale Lino Giacomoni.

La sorpresa che il vulcanico direttore della cooperativa Ferdinando Ceccato ha voluto fare sia a 14 associati che ai testimonial è la guida al buio, per fare capire che quando si sale in auto c’è bisogno dell’utilizzo di tutti i sensi, mentre molti automobilisti è come se guidassero al buio. L’appuntamento è stato nel piazzale utilizzato per i corsi “Drive Ok” a Ravina per poter affrontare la guida al buio senza correre rischi. Ospite di casa Pio Nicolini, il titolare di “Drive Ok” che tiene i corsi sulle tecniche per guidare in sicurezza sia ai piloti professionisti, ma soprattutto a conducenti di qualsiasi età. «In Italia - afferma Nicolini - purtroppo si preferisce reprimere invece che parlare di sicurezza, mentre è importante imparare alcune tecniche per affrontare anche gli imprevisti che posso accadere al volante. Noi ogni anno istruiamo 400 partecipanti e sarebbe bello potere investire di più in questi corsi». Nel frattempo sono pronti a partecipare all’esperienza inaspettata i non vedenti, che Ceccato ha coinvolto facendo loro una sorpresa.

«Sono i protagonisti delle cene al buio e di Dark on the road - spiega Ceccato - ai quali abbiamo voluto dare un premio per il loro impegno volontario. Dal 2003 organizziamo le cene al buio ed ora il bar, dove cibo e bevande sono apprezzate in un’esperienza sensoriale completa». C’è Giovanni che sembra abbia sempre guidato in vita sua e Ferruccio, che da giovane guidava la Lambretta, ed ha poi dovuto desistere perché una malattia degenerativa gli ha tolto la vista. I loro angeli custodi sono Omar Frigerio e Renato Gaggio, istruttori professionisti di “Guida al buio”, una tecnica ideata dai ricercatori dell’università di Dublino che permette attraverso una maschera oscurata di stare al volante, acquistando totale dimestichezza con quello hai intorno. «Si chiama Gab Therapy - spiega Gaggio, che lavora con Omar -ed è utilizzata con successo per quelle persone che soffrono di attacchi di panico e stati d’ansia. Il mio collega è riuscito anche nell’impresa di vincere il record di sci nautico con Daniele Cassioli, non vedente dalla nascita». Intanto si sta preparando alla guida al buio il comandante Lino Giacomoni, accompagnato per mano da Omar, che lo aiuta a salire in auto (una Bmw che con un Suv Rexton sono i due mezzi utilizzati), poi la partenza, con u po’ di tensione. Percorre il perimetro del piazzale ed in conclusione il commento di Giacomoni è: «Un’esperienza forte, sei immerso in una totale oscurità e questo inquieta».

Italo Gilmozzi e Roberto Stanchina, alla fine non partecipano all’esperienza, devo scappare agli incontri politici per questa difficile stagione elettorale.













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