Un bagno ghiacciato per difendere Serodoli

Un gruppo di ambientalisti norvegesi si è tuffato nell’acqua del laghetto Un gesto simbolico contro il progetto di sfruttamento impiantistico dell’area


Elena Baiguera Beltrami


VAL RENDENA. Saranno pure norvegesi e sprezzanti del gelo, ma tuffarsi nel lago Serodoli in compagnia di qualche lastrone di ghiaccio che galleggia a pelo d’acqua, mentre il resto della comitiva si stringeva nella giacca a vento, non deve essere stata, come si dice, una passeggiata di salute.

Per i nordici abituati a tuffarsi nel ghiaccio a fine sauna, si è trattato principalmente di un’azione dimostrativa. Ma per dimostrare che cosa? Per sottolineare il loro incondizionato apprezzamento per quella natura selvaggia e glaciale e per ribadire ancora una volta, nel caso ce ne fosse bisogno, che a loro, i laghetti in quota piacciono così come sono, senza piloni e senza cavi che ne deturpino la visuale. Ed è quanto hanno dichiarato a Paola Savinelli, accompagnatrice di territorio e rappresentante di Legambiente in Giudicarie, 15 escursionisti norvegesi, quando hanno saputo del progetto di sfruttamento impiantistico dell’area Serodoli.

Facce incredule ed espressioni contrariate nell’apprendere che forse quella per loro avrebbe potuto essere una delle ultime gite in un luogo tanto suggestivo e incontaminato, perché perfino il Parco Naturale Adamello Brenta, di fronte alle pressioni della Comunità di valle, è stato messo con le spalle al muro e sta prendendo tempo nel tentativo di allontanare “l’amaro calice” di altri impianti e piste in zona Serodoli.

I norvegesi sulle sponde del laghetto alpino

Hanno voluto sapere tutto i norvegesi arrivati con la Merlot Reiser, il tour operator che organizza escursioni naturalistiche in tutta Europa: quanti chilometri di piste si possono percorrere nel comprensorio Alta Rendena e val di Sole, quanti impianti esistono, quanti gli sciatori nella stagione invernale. La Merlot Reiser propone viaggi di gruppo anche sul Matterhorn, nelle Alpi francesi, sul Monte Bianco, ma basta andare sul loro sito alla voce escursionismo, per constatare che Madonna di Campiglio e le Dolomiti di Brenta, patrimonio dell’Unesco e territorio di pascoli lussureggianti (come recita il testo della descrizione) è al primo posto tra le mete escursionistiche delle Alpi, con le immagini dei sentieri più classici: Brentei, 5 Laghi, Ritorto, il Tuckett, l’Adamello.

Allora forse non dovrebbe essere un’impresa titanica incrementare la clientela straniera d’estate. Forse basterebbe investire un po’ di più e soprattutto crederci un po’ di più in un’offerta estiva ad alto contenuto naturalistico e paesaggistico.













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