Ucciso da 7 coltellate

Oggi l’autopsia sul corpo di Gottardi. I testimoni sentiti fino all’alba



TRENTO. Sette coltellate, tre sulla schiena e quattro sull’addome, hanno posto fine alla vita di Cristian Gottardi. Oggi sarà eseguita l’autopsia sul corpo del ragazzo, ma intanto si sta cercando di definire quello che è successo nell’appartamento di via Flaim. E soprattutto si sta lavorando per individuare chi ha usato il coltello da cucina per ferire mortalmente il 38enne. Esclusa la rapina (nell’appartamento non manca nulla) i carabinieri stanno lavorando su alcune ipotesi che potremmo definire «forti». L’ambito in cui si cerca l’assassino è quello della cerchi di persone che Cristian frequentava e per questo, nella notte fra lunedì e martedì, hanno sentito decine di testimoni fino alle 4.30 di mattina. Informazioni che servono per chiarire il quadro del momento in cui è maturato l’omicidio. I carabinieri parlano di pista passionale ma non è limitata al significato immediato del termine. Un omicidio che sarebbe quindi maturato all’interno di un rapporto che è sfociato nella violenza più cruenta.

Si sta anche leggendo quello che la scena del crimine racconta. Ed è una scena particolare visto che praticamente non c’è sangue. Cristian è stato trovato prono su una coperta ai piedi del suo letto ma tutt’attorno è pulito. Non ci sono schizzi sul muro nè altrove se non poche goccie sull’armadio e su un’abat-jour. I vestiti del ragazzo erano intrisi di sangue come la coperta ma il resto è tutto pulito. Nessun segno nella zona giorno nè in bagno. Appare probabile anche che la persona che ha ucciso Cristian non si sia sporcata, almeno non in maniera evidente. E questo spiegherebbe anche perché non è stato notato nulla di strano.

Gli investigatori - coordinati dal pm De Angelis - stanno anche ricostruendo gli ultimi giorni di vita della vittima. Stanno cercando di capire chi abbia visto, chi abbia sentito, con chi sia entrato in contatto. E per questo sarà analizzato anche il pc del ragazzo che è stato trovato acceso nel soggiorno.

Al momento appare acclarato il fatto che Cristian conoscesse che lo ha ucciso. Sulla porta non ci sono segni di effrazione quindi è stato il 38enne ad aprirla. C’è poi la testimonianza di una vicina di casa che racconta che domenica sera ha sentito delle urla arrivare dall’appartamento al piano terra. E ha sentito la voce di Cristian ma anche quella di una donna. Insomma gli spunti per le analisi e le indagini sono molteplici e sono tutti presi nella dovuta considerazione.

Intanto già lunedì sera è stato repertato il coltello che è stato trovato a fianco del cadavere, l’arma del delitto. Sarà analizzata nella speranza di trovare un’impronta digitale che possa dare una mano nelle indagini. Verifiche anche nel resto della casa anche se non sembra che ci possano essere altri elementi utili. Nulla pare esser stato spostato o toccato e non ci sono neppure segni di colluttazione. Insomma con la porta della camera da letto chiusa, quell’appartamento di via Flaim non sembrerebbe assolutamente essere la scena di un delitto.

Altri elementi arriveranno oggi dall’esame autoptico. Il medico sarò probabilmente in grado di indicare con maggior sicurezza l’ora della morte (anche se l’alta temperatura della camera ha alterato alcuni parametri) e potrà fornire altri elementi che saranno di supporto a chi deve dare un nome e un volto all’assassino.(m.d.)

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