Tutta Taio per l’addio a Desirée

Chiesa gremita e negozi ed esercizi pubblici chiusi per il funerale della bambina morta lunedì


di Giacomo Eccher


TAIO. «L'ultimo grazie a Desirée, sono stati cinque anni meravigliosi, ciao Desy e buon viaggio!» Queste le parole di commento del papà Eros Larcher sottolineate da uno scrosciante applauso che non finiva più. Ieri a salutare la bambina c'era una folla mai vista da queste parti, con ragazzi, bambini, giovani, anziani che hanno riempito la chiesa parrocchiale e buona parte della piazza esterna. Tutto il paese si è fermato, negozi ed esercizi pubblici chiusi, in un mare di silenzio. Davanti all'altare la piccola bara bianca accanto alla quale sono sfilate centinaia di persone, una fila interminabile che da un certo punto è stata interrotta per consentire l'avvio della messa di commiato.

Tutti ieri volevano esserci accanto ai genitori Sara ed Eros, ai nonni ma soprattutto per salutare per l'ultima volta una bambina tanto sfortunata per la sua breve vita ma anche tanto amata. Lo ha sottolineato il decano don Carlo Daz, che ha presieduto il rito con don Albino Dell'Eva e il diacono Flavio. «Genitori straordinari, pronti ad ogni sacrificio per la loro bambina... Nel loro cuore tanta sofferenza per la perdita della figlia ma anche un senso di pace perché hanno dato tutto per lei, per starle accanto e farla sentire amata e desiderata»

Domenica sera, l'ultimo suo giorno di vita - ha raccontato don Carlo - Desirée ha voluto andare all'oratorio, è entrata curiosa con la sua carrozzina ed ha voluto vedere ogni locale: la visita di un angelo che rimarrà nei ricordi di chi l'oratorio lo vive e lo vivrà ancora».

La cerimonia, all'insegna del bianco, il colore della purezza, è stata tutta un inno alla vita, alla speranza, alla fiducia nel futuro. Con poche parole ma tanti gesti significativi e più eloquenti di ogni discorso. Come i bambini con il fiore bianco e uno stuolo di amici che hanno indossato ancora una volta, e forse per l'ultima, la maglietta che era stata preparata per il flash mob organizzato quando, due anni fa, c'era stato l'intervento del Tribunale di Trento che doveva decidere il consenso alla bimba di accedere alla cura che poteva darle una speranza. Lo ha ricordato il papà Eros, l'unico a prendere la parola in chiesa oltre al celebrante ma solo per dire grazie, quando ha ricordato i tanti genitori speciali dei bambini speciali che hanno condiviso questa battaglia, e che ancora lottano per il diritto alla cura dei loro bambini. «Non li lasceremo soli, io e Sara adesso che abbiamo qualche scampolo di tempo in più, cercheremo di continuare con loro questo cammino di civiltà». Il primo grazie Eros lo ha però dato alla mamma Sara «per averla messa al mondo, ai meravigliosi nonni che ci sono sempre stati accanto e a quanti hanno condiviso più da vicino questa vicenda che è iniziata prima della nascita».

Al termine della messa, accompagnata dai canti gioiosi del coro decanale giovanile, la piccola bara bianca, portata a spalle, è apparsa sul sagrato salutata da un lancio di palloncini rosa che sono volati in cielo: una scorta colorata per il piccolo fragile angelo che rimarrà nei cuori di tanti, a Taio, ma non solo.













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