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Trump junior proverà ad aiutare Chico Forti

Per il trentino, che compie 58 anni, in arrivo l’interessamento del figlio del neo presidente Usa con la sua società di docu fiction


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Mercoledì prossimo Chico Forti compie 58 anni. Gli ultimi 18 li ha trascorsi in cella, negli Usa. Mercoledì prossimo (ma è un caso o forse no) il parlamentare trentino Mauro Ottobre volerà negli Usa, a Washington, pronto a calare sul tavolo della vicenda giudiziaria un asso che di nome fa Eric e di cognome, nientemeno, Trump. Sì, proprio quel Trump. Sullla storia dell’ex wind surfer trentino, Ottobre assicura di aver incassato l’interessamento di Trump jr, membro dell’associazione filantropica “Justice Anywhere” e, come vedremo poi, ed è un particolare non piccolo, apprezzato autore di “docufilm”.

Ma riavvolgiamo il nastro della vicenda, non priva di novità. Sono tanti 18 anni, un’enormità se passati in galera, ed il rischio, assicura chi vuole bene a Forti e che la vicenda, si possa trasformare in una sorta di Sacco e Vanzetti, gli anarchici riabilitati e riconosciuti innocenti quando erano ormai erano già stati mandati sulla sedia elettrica dalla giustizia Usa.

UN NUOVO CARCERE. Intendiamoci, il carcere a vita per il trentino non è in alcun modo tramutabile in pena capitale. Ma allo stesso tempo ottenere una revisione del processo, con le norme Usa, è pressochè impossibile. Da quelle parti funziona così: lo si può fare soltanto se vengono prodotte delle prove sconosciute e non conoscibili all’atto del processo.

In questi anni di muro contro muro, del caso Forti si è parlato tantissimo in Italia ma, assicura chi la storia la conosce bene, negli Usa la vicenda giudiziaria è pressochè sconosciuta. In altre parole non è mai veramente venuta alla ribalta e Chico sconta un anno dopo l’altro nei carceri della Florida. Tra il resto il trentino da poco ha cambiato istituto di pena: sino a non molto tempo fa era rinchiuso in un carcere nella zona delle Everglades, tra le paludi del Sud. Forti, tra quelle mura, aveva optato per il lavoro: insegnava spagnolo e metteva a posto i libri della biblioteca interna. Ma quello che era cominciato con l’intenzione di fare passare il tempo in modo più veloce, era diventato una sorta di schiavitù, tante e tali erano le ore che vedevano Chico al lavoro.

TACOPINA: RITARDI. Di recente è stato trasferito. Il ragazzone ora ha qualche primavera in più sulle spalle: è sempre su di morale, ha una forza pazzesca che trasmette anche ai suoi, agli amici. Ma ha chiesto ed ottenuto di starsene un poco più tranquillo, di passare qualche ora in più a leggere un buon libro.

Tornando alla vicenda giudiziaria, una svolta la si è registrata quando al caso ha cominciato ad interessarsi un avvocato Usa di lungo corso, ovvero Joseph Tacopina. Il legale, anche in occasione di una visita a Trento, aveva fatto capire che per cercare di uscire dall’impasse e smuovere qualche cosa a favore di Forti sarebbero servite due diverse direttrici sui cui muoversi: trovare nuove prove e, parallelamente, dare vita ad una iniziativa politica e diplomatica del governo italiano.

Tacopina è abile e, siamo verso la fine dello scorso anno, ha fatto sapere di aver messo le mani su un notevole quantitativo di carte assai interessanti nell’ottica di riaprire il processo Forti: «Ma si tratta di due faldoni molto importanti e l’avvocato ha chiesto un supplemento di tempo per studiarlo. Quanto tempo? Sino ad ottobre, sì un tempo purtroppo molto lungo» ammette una persona molto vicina al comitato “Una chance per Chico”.

ECCO TRUMP JR. In effetti si tratta di quasi un anno, un lasso di tempo davvero eterno per chi ha già passato una vita in cella: «Credo proprio che l’avvocato Tacopina debbe dire con chiarezza se è pronto o meno a presentare un’istanza di revisione del processo. Non si può fare attendere così tanto una persona che è in carcere da 18 anni. Sino all’autunno? Mah, vedremo credo proprio che a quel punto si dovrà pensare se lasciare ancora il caso nelle mani dell’avvocato o pensare ad una strada alternativa» osserva ancora il deputato del Gruppo Autonomie.

«Una strada io l’avevo prospettata a Forti ancora tempo fa. Chiedesse di scontare la pena in Italia, come prevede una norma europea, ma su questo Chico non ci sente. Ha sempre detto e ripetuto di non voler riattraversare l’Oceano da carcerato ma soltanto da uomo libero».

Ma Ottobre ha pronto un piano b, anzi un piano T, visto che il deputato ha in animo di coinvolgere nella partita per cercare una soluzione al caso Forti nientemeno che la famiglia Trump: «Mercoledì a Washington incontrerò nuovamente l’ambasciatore italiano Armando Varricchio, da tempo si interessa del caso Forti. Il giorno dopo andrò da Chico in carcere. Trump? Sì, uno dei figli del neo presidente, Eric, 33 anni, ha una società di produzione di docu-film, ovvero dei film basati su storie vere. Si tratta di programmi che portano all’attenzione del grande pubblico dei fatti di cronaca che, diversamente, non sarebbero mai diventati dei casi. Mi dicono che, con questo sistema, sono stati rivisti del casi di persone che stavano in carcere da 40 anni. Inoltre Eric Trump fa parte di un comitato”Justice Anywhere” che si occupa proprio di casi giudiziari». Buon compleanno, Chico.













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