Troppi benzinai: così non si risparmia

Cunego del Comitato consumatori: vendono poco e tengono i prezzi alti, anche le «no-logo». E mancano negli shop center


di Luca Marognoli


TRENTO. I distributori presenti sul territorio sono troppi: ecco un altro fattore, assieme alle accise, che determina un prezzo alla pompa nettamente superiore rispetto a quello di altri Paesi, come la vicina Austria. Lo sostiene Paolo Cunego, responsabile del Comitato difesa consumatori del Trentino.

Il nostro approfondimento sul tema era partito dalla constatazione di come i prezzi al consumo della benzina stentino a calare, nonostante il crollo del barile di petrolio. «Il motivo non è uno solo», osserva Cunego. «Il primo è che i petrolieri ne approfittano e questo è evidente. Inoltre in Italia, rispetto all'Austria, abbiamo delle raffinerie che danno sì lavoro, ma inquinano: un inquinamento che potrebbe essere fatto pagare agli stessi petrolieri. Parlo dell’Austria perché lì il prezzo della benzina è molto inferiore, anche di 30 centesimi, e ora lo stesso si può dire per la Germania».

Il responsabile del Comitato mette l’accento su un punto: «Da noi c'è una componente ulteriore da considerare: i troppi distributori di carburante presenti. La razionalizzazione che doveva essere fatta 20 anni fa non c’è stata: in Francia e in Germania ogni distributore vende il triplo e quindi può tenere il prezzo più basso. Un esempio in Trentino: a Borgo ci sono tre o quattro distributori nell'arco di cinque chilometri che non si fanno una grande concorrenza per poter sopravvivere tutti. Ma se si fosse iniziato all'epoca a diminuire il numero delle pompe, oggi ci sarebbe un vantaggio sia per noi consumatori che per i distributori. E siamo all'assurdo che presto riaprirà la stazione di servizio sulla strada che dalla galleria di Martignano porta a Cognola: potevamo anche farne a meno...». Ci sono altre cose che non vanno: «Le pompe bianche (“no-logo”) avrebbero dovuto abbassare il prezzo, ma questo non è mai successo: si sono adeguate ai prezzi locali. Quelle presso i centri commerciali, invece, pensate non per fare utili ma per offrire un servizio al cliente, in Trentino non sono state introdotte. Una mancata opportunità per il consumatore: in Veneto ci sono e fanno risparmiare anche 10 centesimi».

Sulle accise - argomenta Cunego - « è chiaro che il governo ha la sua parte: non puoi far pagare per la guerra di Libia. D'altronde da qualche parte i soldi li deve andare a prendere. Il fatto è che non sappiamo mai dove vanno a finire: nella viabilità? Non sembra perché proprio oggi (ieri, ndr) sulla Salerno - Reggio Calabria tutti sono stati bloccati da una nevicata annunciata. I soldi dovrebbero almeno essere usati per migliorare autostrade che fanno pena. Ricordo che in Germania il pedaggio non si paga e la rete è molto più capillare e funzionale: le aree di sosta non sono lo schifo dell'Italia dove non c'è un bagno pubblico né un po' di verde. Inoltre la benzina è a 90 centesimi».

Quanto al legame stretto fra andamenti del prezzo del petrolio e delle bollette, per Cunego è «un abbinamento anomalo: il metano non è petrolio e qualche giacimento lo abbiamo anche noi. In Olanda ne hanno tanti e i prezzi sono molto bassi. Inoltre la correlazione vale solo per gli aumenti: non si capisce perché, ora che il barile costa meno, non calino le bollette delle utenze domestiche».

Infine una considerazione di principio: «Noi consumatori non siamo a favore del consumo esasperato di carburante: preferiremmo avere un servizio di trasporto pubblico a buon prezzo, che funzioni come in molti altri Paesi europei e che ci consenta di lasciare a casa la macchina. In Spagna se il treno ritarda di 5 minuti si ha diritto al rimborso del biglietto. Da noi neanche se passa dopo un'ora».













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