Tricolore nel letame: perdonato

Il tribunale dei minori grazia un ragazzino di Iavrè. Nei guai anche lo zio



IAVRE'. La notizia aveva fatto il giro d'Italia. La sera prima della festa per i 150 anni dell'Unità nazionale a Iavrè era stato trovato del letame avvolto nel Tricolore. Reato grave per il codice visto che si tratta di vilipendio alla bandiera. I carabinieri avevano trovato i responsabili: un minorenne e suo zio che erano stati denunciati. Ieri per il ragazzino è arrivato il perdono giudiziale.

È durata un'ora ieri mattina la camera di consiglio ai tribunali dei minorenni. Un'ora in cui i giudici dovevano decide come comportarsi nei confronti del minore che aveva partecipato all'azione. Come punto di partenza c'era il pentimento del ragazzino che aveva spiegato di essersi reso conto di aver fatto una cosa sbagliata. E ha promesso che un fatto simile non si ripeterà. Il tribunale ha riconosciuto l'occasionalità del gesto e ha deciso di dare fiducia al minore concedendogli il perdono giudiziale. Si tratta tecnicamente di una causa di estinzione del reato riservato solo ai soli minori. Può essere concesso una sola volta, ed è disposto discrezionalmente dal giudice, sulla base della previsione che il «reo» si asterrà dal commettere ulteriori reati. Alla base dell'istituto stanno evidenti considerazioni di prevenzione speciale: nei confronti di un minore, che per la prima volta e in modo del tutto occasionale si renda autore di un illecito non grave, si rinuncia a punire in ragione degli effetti criminogeni che potrebbero derivargli dalla pena e dallo stesso processo.

L'episodio, come detto, aveva fatto il giro d'Italia. A scoprire il vilipendio era stato Sergio Zappini, titolare del bar Baluba di Iavrè che alle 6 di mattina aveva notato la bandiera a terra. Da un controllo su quanto registrato dalla telecamera si era poi scoperto che verso le due di notte una coppia era arrivata con un'auto scura e aveva lasciato la bandiera lordata. I militari della compagnia di Riva erano rapidamente risaliti dalla targa dell'auto ai suoi occupanti. Il minorenne ha subito ammesso l'accaduto, il maggiorenne - suo zio e proprietario dell'auto - ha tentato di negare.

Ora per il minorenne si è conclusa la pratica. È stato graziato dal tribunale che con la sua decisione ha di fatto annullato il gesto. Per lo zio, invece, la pratica è ancora aperte e lui dovrà rispondere del reato di vilipendio alla bandiera (che prevede una pena fino ai due anni) davanti al tribunale di largo Pigarelli.













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