Trento, un rifugio alle caserme Pezzoli per due polacchi


Andrea Selva


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TRENTO.
Sono in Trentino da tempo, fanno qualche lavoro saltuario ma non guadagnano abbastanza per pagare un affitto. Con le forze dell’ordine non hanno problemi perché sono polacchi e quindi comunitari, ma la loro resta una vita ad ostacoli che, comunque, riescono ad affrontare con una relativa serenità. E soprattutto sanno adattarsi. Loro sono due dei senzatetto che vivono in città e sono riusciti a fare del loro rifugio di fortuna all’interno delle ex caserme Pezzoli, qualcosa che assomiglia a una dimora. A impressionare è il contrasto fra l’esterno, gli edifici abbandonati, le erbacce che crescono ovunque, e l’interno di quella che loro chiamano “casa”. Fuori la desolazione, dentro il calore. All’ingresso la grande scritta «Polska», una dichiarazione di appartenenza geografica o forse un modo per non dimenticare le proprie origini. Tutto è più o meno in ordine, per ogni cosa c’è il suo posto e l’accordo fra i due è di mettere sempre a posto prima di uscire di casa la mattina. C’è un piccolo fornello, come quello che si utilizza in campeggio e quello è di fatto la loro cucina dove preparano il the la mattina e la cena, quando tornano.
 Poi i letti, o meglio quello che loro utilizzano come letti, con le coperte rimboccate. C’è anche un piccolo crocifisso di legno che veglia sui due. Per scaldarsi hanno una piccola e vecchia stufa a legna che accendono solo la sera quando tornano dalla città dove vanno ogni giorno alla ricerca di un lavoretto da fare o di qualcosa da mettere sotto i denti.
 L’hanno sistemata in qualche modo in mezzo alla stanza con il tubo per i fumi che sbuca in mezzo ad una sorta di libreria di acciaio. E su questa capeggia una radio. Ci sono anche due biciclette che sono state sistemate vicino ai letti: si muovono con quelle, la macchina non la sognano nemmeno.
 C’è pure la tivù a pile, ma con le trasmissioni digitali non serve più a nulla. Questa è la loro vita, senza sicurezze, senza nemmeno la certezza di essere in grado ogni giorno di mettere assieme il pranzo con la cena. Non dicono se hanno mai rimpianto l’idea di lasciare la Polonia per l’Italia. Ma si rendono conto che alle Pezzoli - quello che ne è rimasto - hanno i giorni contati













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