Trento: un inceneritore a gestione pubblica

Spunta l'ipotesi di copiare il modello-Bolzano. Nuovo bando, 6 mesi di ritardi



TRENTO. Serviranno almeno 6-8 mesi per riavviare la procedura per l'inceneritore di Ischia Podetti. Questo lo scotto da pagare per la gara andata deserta. I tempi stringono, ma il vertice tra Comune e Provincia sulle modifiche al bando slitta a dopo Natale. E tra le ipotesi sul tappeto spunta anche quella di una gestione pubblica una volta costruito l'impianto, la strada seguita da Bolzano. Intanto si infittiscono gli appelli del fronte contrario all'inceneritore: dopo Roberto Bombarda, Lega Nord e Trentino Pulito, è la volta di Bruno Firmani (Idv). Nessuno vuole sbilanciarsi. L'assenza di offerte, anche se non è stata un fulmine a ciel sereno, rappresenta comunque un passaggio ostico per Provincia e Comune, con molte incognite e una certezza: i tempi inevitabilmente si allungheranno. «Non ci voleva», ha commentato l'assessore provinciale Alberto Pacher, il quale ha per altro subito aggiunto che non esiste un immediato rischio di esaurimento delle discariche, vista la riapertura della Maza. Vertice rinviato a dopo Natale. I tempi sono comunque stretti. La Provincia ha rinviato a dopo Natale il confronto con il Comune chiesto già lunedì dal sindaco di Trento Alessandro Andreatta. Ognuna delle due istituzioni - è stato concordato - procederà prima con le verifiche interne. Certo è che Andreatta ha da subito fatto capire che da qui in avanti palazzo Thun intende muoversi con le spalle coperte da piazza Dante. La responsabilità della revisione del bando dovrà essere di entrambi e non solo dell'amministrazione comunale, delegata a bandire la gara in qualità di Comune capofila. I tempi. Riavviare la procedura di gara richiederà mesi di tempo, almeno sei mesi secondo le stime più accreditate. Bolzano ne ha impiegati tre per bandire la nuova gara, più altri quattro per l'assegnazione dell'appalto, ma gli altoatesini avevano il vantaggio di non dover rivedere il bando in modo sostanziale. Ben diverso il caso trentino, dove l'assenza di offerte impone di modificare le condizioni. Ipotesi gestione pubblica. Ad aver frenato i privati - si è detto - sono state le clausole economiche del bando, giudicate troppo impegnative. In particolare la tariffa da pagare al gestore, fissata a 110 euro a tonnellata (rinegoziabile al ribasso se la differenziata superasse il 65%). Per tutti appare ormai chiaro che andrà alzata, magari prevedendo una forbice fino a 150 euro.  Ma c'è un'altra ipotesi che fa capolino in queste ore tra gli addetti ai lavori. È la soluzione scelta da Bolzano per il proprio inceneritore: appalto per la costruzione dell'impianto da parte dei privati e gestione pubblica, affidata ai Comuni. È evidente che ciò significherebbe un cambio di rotta radicale rispetto all'impostazione fin qui seguita, che prevede che siano i privati a costruire e gestire il termovalorizzatore. Nel caso di Bolzano l'impianto è finanziato dalla Provincia ma saranno i Comuni che lo gestiranno a dover rimborsare il mutuo da 100 milioni. Proprio il periodo di gestione stabilito dal bando - 20 anni - è stato considerato dai privati insufficiente per rientrare dall'investimento (111 milioni) e produrre utili. Provincia e Comune potrebbero decidere dunque di allungare i tempi o, in alternativa, una gestione pubblica. Gli appelli. Intanto agli appelli delle ultime ore si aggiunge quello del consigliere dell'Idv Bruno Firmani, che chiede un «ripensamento»: «Sarebbe saggio rivedere la politica dei rifiuti, passare dal 65 all'80% di differenziata non dovrebbe essere così difficile. Ad una Provincia autonoma si richiede uno sforzo innovativo in termini ambientali che pagherebbe anche in termini di immagine turistica».

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