Trento, tutti in coda per la Gabanelli"La gente per bene dica basta"

Milena Gabanelli, accolta al teatro Sociale da una folla da star, ha scelto parole misurate per invitare a cambiare sistema. Si è anche schermita quando ha detto di stracciare le lettere con minacce di morte. Per ascoltare la conduttrice di Report c’era gente in coda dalle sei del pomeriggio


Ubaldo Cordellini


TRENTO. «Spero che una mattina il paese che lavora bene si alzi e dica basta». Chi si aspettava il pianto greco, l’invettiva senza vuoto a rendere, sarà anche rimasto deluso, ma Milena Gabanelli, accolta al teatro Sociale da una folla da star, ha scelto parole misurate per invitare a cambiare sistema. Si è anche schermita quando ha detto di stracciare le lettere con minacce di morte.
Per ascoltare la conduttrice di Report c’era gente in coda dalle sei del pomeriggio. Il serpentone della fila arrivava quasi fino in piazza Pasi. Molti sono rimasti delusi e si sono dovuti accontentare del maxischermo in piazza Duomo davanti al quale c’erano centinaia di persone. E ne valeva la pena. La Gabanelli non si è risparmiata. Ha parlato di tutto: dalle cause per danni che le intentano i potenti fino a non farla dormire, - «ma tanto le donne in menopausa non dormono» - ai tentativi di censura per tagliare una frase di Tremonti che prometteva di dimettersi se non avesse raggiunto il pareggio di bilancio. Acqua e sapone, jeans e camicetta a righe, eloquio diretto, «per diventare famosa non mi sono neanche rifatta le tette», la donna che toglie il sonno a molti potenti è partita dalla lista dei tanti nemici. Le hanno fatto causa tutti, dalle Ferrovie di Mauro Moretti a Salvatore Ligresti, da Cesare Geronzi alla famiglia Angelucci. Richieste per 300 milioni di danni, neanche una causa persa, «a dimostrazione di come si tratti di azioni intimidatorie per farci stare zitti», ha spiegato lei.
Di fastidio la Gabanelli e il suo Report ne danno parecchio. In primis al ministro Tremonti che sembra avere con lei un conto aperto: «Dopo la nostra puntata sulla Social card volevano toglierci la tutela legale e, poi, lui ci ha anche deferito al comitato etico». Ma i nemici si annidano soprattutto nei consigli d’amministrazione dei grandi gruppi. Quei signori che fanno soldi a palate sfruttando clausole minuscole sui contratti o norme lacunose e poco chiare. Un sistema gelatinoso che, con l’aiuto della politica, mantiene il potere. La Gabanelli, però, non accetta piagnistei: «Io non sono venuta a lamentarmi. Il paese va malissimo, ma le cose si possono cambiare. Spero che la parte del paese che lavora bene una mattina dica basta». Non fa politica, ma osserva: «L’opposizione è inesistente, ma anche il paese si fa sentire poco». Insomma, basta piangersi addosso.
Poi giù una serie di retroscena gustosi, come quello sul tesoro dei Tanzi: «Il mio inviato stava tornando da Parma con poco, parlava al telefono dal taxi e il tassista gli ha detto dei quadri in garage».

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