Trento, tris di donne E Olivi sbatte la porta 

Franzoia in pole position, con Filippi e Maestri: «Decida Renzi» Nicoletti unico certo a Rovereto. Stenico verso la Valsugana


di Chiara Bert


TRENTO. C’è un unico nome certo del Pd sui collegi: è Michele Nicoletti, che sarà candidato alla Camera a Rovereto. È questa l’unica scelta che il coordinamento Dem trentino è riuscito a fare ieri sera, in una giornata segnata dal gran rifiuto di Alessandro Olivi, che dopo settimane di braccio di ferro per ottenere il collegio di Trento, si chiama fuori dalla corsa per le politiche.

Sugli altri tasselli (collegi di Trento e Valsugana e listino proporzionale alla Camera) il Pd trentino sceglie di non decidere e oggi si presenterà alla direzione nazionale con una rosa di quattro nomi femminili: l’assessora di Trento Mariachiara Franzoia, la renziana Elisa Filippi, la consigliera provinciale Lucia Maestri e la consigliera di parità Eleonora Stenico (che non ha la tessera Pd ma è di area). «Queste sono le disponibilità, tutte valide, scelga il Pd nazionale quali sono le collocazioni migliori, anche per evitare contrapposizioni», ha detto ieri sera in assemblea il segretario Italo Gilmozzi. Poco prima il coordinamento si era diviso e questo è stato l’esito. «Caliamo un velo pietoso», ha attaccato Andrea La Malfa (della mozione Orlando), «il coordinamento non ha saputo decidere e quindi consegniamoci alle scelte del nazionale, dopo aver rivendicato per anni più autonomia...». «Come spieghiamo che non abbiamo saputo neanche scegliere il nostro candidato su Trento?», ha chiesto Melchiore Redolfi.

Palla ora a Renzi, ma a decidere sarà il peso delle correnti e dei gruppi, con Focolari e renziani a contendersi la piazza di Trento. I beninformati danno Franzoia in vantaggio e Filippi in pole per il proporzionale, forse dietro a Graziano Delrio. Maestri pare indisponibile a correre sulla Valsugana, e questo spianerebbe la strada a Stenico sul collegio più difficile per la coalizione. Due donne alla fine, dopo che Olivi ha sbattuto la porta. Una decisione senza ripensamenti, presa ieri mattina quando ha letto sul Trentino l’intervento firmato dal suo grande avversario, l’ex sindaco di Rovereto Andrea Miorandi insieme ad altri esponenti Dem e Upt della Vallagarina, che indicava nei parlamentari Michele Nicoletti e Vittorio Fravezzi le figure su cui la coalizione dovrebbe puntare. Una conferma, per il vicepresidente della Provincia, che una sua candidatura a Rovereto sarebbe stata carica di insidie. E a nulla è servita la lettera inviata ieri dai firmatari, per chiarire il senso della loro uscita: «È con la riconferma dei parlamentari uscenti che si può dare continuità e tenuta a quegli elementi di buon governo che il centro sinistra autonomista ha saputo portare avanti a livello nazionale. In seconda battuta, è necessaria una forte competenza amministrativa, maturata e radicata sul territorio, per definire il profilo delle figure da valorizzare all'interno dei singoli collegi. Leggere il documento come una bordata alla candidatura di Olivi nel collegio della Vallagarina va esattamente nella direzione opposta rispetto a quanto detto. Non solo perché a questo profilo lui corrisponde ma anche perché in più occasioni sul suo nome vi è stato ampio sostegno e vi è tuttora». E prima era intervenuto anche il segretario del Pd di Rovereto Carlo Fait per ribadire sostegno a Olivi. Troppo tardi, decisione presa.

Il vicepresidente non è più in campo. E così nel pomeriggio il coordinamento torna a riunirsi, le carte si rimescolano. Ma adesso a tenere il mazzo è Roma. Ma le liste si chiuderanno solo lunedì e c’è chi non esclude nemmeno un colpo di scena dell’ultim’ora: il rientro in gioco di Olivi.













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