Trento taglia tutto, ma non i soldi per i gruppi

Confermati i 40 mila euro. Il Pd rinuncia al 50%. Il Pdl: «Via altri sprechi»


Chiara Bert


TRENTO. I capigruppo comunali a palazzo Thun hanno deciso di tenersi stretti i 40 mila euro dei fondi per i loro gruppi. Un piccolo budget a fronte di una spesa di 700 mila euro l'anno del consiglio comunale. Ma trattandosi di un fondo istituito dallo stesso consiglio (nel 2007) da suddividere tra i gruppi (in proporzione al numero degli eletti) per attività, convegni, spese postali, è il consiglio il solo titolato a deciderne la riduzione o la soppressione.

La questione è stata affrontata lunedì sera. «Come ufficio di presidenza - spiega il presidente Renato Pegoretti - abbiamo posto all'attenzione dei capigruppo due temi, i rimborsi chilometrici e i fondi ai gruppi». Sul primo punto sembra registrarsi una certa disponibilità sull'ordine del giorno del consigliere Serra (Pd) che propone di limitare il rimborso ai soli consiglieri che risiedono fuori dai confini del capoluogo. «Già oggi - osserva Pegoretti - la metà dei consiglieri che ne avrebbero diritto non lo richiede».

L'altro tema era appunto quello dei fondi ai gruppi. Quando fu istituito, nel 2007, fu subito oggetto di polemica. L'allora Trento democratica propose di abolirla, altri (Idv e Rifondazione) rinunciarono. Negli anni le cose sono cambiante, nel 2009 i tre partiti maggiori (Pd, Upt e Pdl) prenotarono tutto il loro budget. Al Pd, primo partito con 17 consiglieri, toccano 12 mila euro, 6.800 all'Upt, poco meno di 5 mila euro al Pdl, via via fino ai 2.300 dei partiti minori. Lunedì il presidente Pegoretti si è rimesso ai capigruppo: «Cosa intendete fare?». Andrea Robol, in rappresentanza del Pd, ha annunciato la scelta del suo gruppo: taglio del 30% sulla quota 2011 e del 50% sul 2012. «Un segnale», spiega la capogruppo Ivana Di Camillo.

Scarsi consensi alla proposta e alla fine la cifra è stata confermata, «e chi vuole rinuncia», precisa Pegoretti. Il capogruppo del Pdl Nicola Giuliano chiarisce la posizione del suo gruppo: «Il Pd che prende 12 mila euro fa presto a fare demagogia. Anche noi siamo per contenere i costi, ma gli sprechi sono altrove. Abbiamo proposto di eliminare le indennità dei presidenti delle circoscrizioni che sono una vergogna (ma la competenza è della Regione, ndr), di togliere i rimborsi chilometrici e di fare a meno della giornalista del Comune che relaziona sui lavori del consiglio. Per fortuna ci ha già pensato il governo Berlusconi a eliminare l'odioso privilegio della giornata retribuita per i consiglieri lavoratori dipendenti. Quanto ai fondi, non sono un benefit e noi li abbiamo sempre usati per l'attività informativa, all'opposizione serve più che alla maggioranza. E comunque si risparmierebbe poco». Poca cosa, quindi niente tagli. I 40 mila euro non si toccano.













Scuola & Ricerca

In primo piano