Trento: studenti, un blitz premeditato al Commissariato di governo

Il lancio di vernice contro il commissariato era stato organizzato a tavolino


Jacopo Tomasi


TRENTO. Il lancio di vernice rossa contro la sede del commissariato del governo di Trento è stato un gesto premeditato. Gli studenti l'avevano deciso durante l'assemblea pre-corteo, a Sociologia. «Un modo per dimostrare la nostra rabbia», spiegano. «Lanciare due uova non è un atto violento», si giustificano. Intanto, però, scatterà la denuncia per il ragazzo che ha imbrattato il palazzo, individuato grazie alle telecamere.  Il corteo spontaneo che mercoledì pomeriggio ha invaso le strade della città era nato come pacifico. Tutto è filato liscio fino alle 18, quando gli studenti - una cinquantina o poco più - sono arrivati davanti al commissariato del governo, da di via Piave. Qui si sono fermati, hanno acceso alcuni fumogeni, intonato cori contro Berlusconi e qualcuno ha lanciato uova di vernice rossa contro l'ingresso del palazzo. Un'azione studiata, come racconta uno degli studenti. «La decisione di lanciare uova di vernice contro il commissariato è stata presa collettivamente in occasione dell'assemblea che si è svolta a Sociologia: quel palazzo è il simbolo dei palazzi che contestiamo da mesi e con quel gesto abbiamo voluto sottolineare che la rabbia sociale che è esplosa degnamente con la grande manifestazione di Roma, c'è anche a Trento». Insomma, non è stato l'atto isolato di un ragazzo che è "sfuggito di mano" agli altri. Secondo gli studenti, comunque, il lancio di vernice non ha rovinato una marcia pacifica. «Non credo si possa parlare né di imbrattamento né di atto violento», continua lo studente trentino che mercoledì è sceso in piazza. «Lanciare due uova con vernice acrilica è nulla in confronto ad un governo nazionale che sta calando dall'alto delle riforme che cancellano il futuro alle giovani generazioni. La vera violenza - ribadisce - è nelle parole del ministro Maroni, nelle dichiarazioni di Gasparri, nella repressione costante della polizia contro i manifestanti». Intanto, però, grazie alle telecamere è stato individuato il giovane che ha imbrattato la facciata e sarà denunciato per danneggiamento. Il gesto viene condannato anche dal rettore dell'ateneo trentino, Davide Bassi. «Non so se si sia trattato di goliardia, stupidità o peggio. Certo, è molto poco appropriato che, mentre a Roma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontrava una delegazione di studenti, a Trento un gruppuscolo di giovani prendeva di mira il palazzo che lo rappresenta. Anch'io - conclude - mi sono preso la mia consueta dose di insulti: ora mi auguro che con l'approvazione della legge Gelmini e con l'arrivo del nuovo anno questa gente possa rinsavire».

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano