Trento: presidente Fbk, il Pd stoppa Dellai

Sfuma per ora la designazione di Egidi, si farà una selezione pubblica


Chiara Bert


TRENTO. Il nuovo presidente della Fondazione Kessler, che prenderà il posto di Andrea Zanotti, non sarà nominato direttamente dalla giunta, ma sarà scelto dopo un annuncio pubblico e con il parere della commissione provinciale. Sul «caso Fbk» che ha mandato in fibrillazione la sua maggioranza, il presidente Dellai si piega alle richieste del Pd. E per ora sfuma il nome di Massimo Egidi.
Oggi la questione sarà affrontata in giunta, ma non ci sarà la nomina del successore di Zanotti. Il blitz di Dellai temuto dal Pd sembra scongiurato.
Ieri è stata però una giornata di tensione, contrassegnata da un ampio carteggio tra il governatore e il presidente del consiglio Giovanni Kessler, e da riunioni e telefonate per uscire dall'impasse. Il «caso Fbk» nasce da un problema di tempi. La nuova legge sulle nomine, approvata lo scorso giugno dal consiglio, prevede - all'insegna dei principi di trasparenza e meritocrazia - che ci sia un annuncio pubblico del posto vacante, la raccolta delle candidature e un parere della prima commissione prima della decisione della giunta. Selezione pubblica, dunque, al posto della vecchia chiamata diretta.
Succede però che l'11 dicembre scada la «prorogatio» dell'attuale presidente della Fondazione Kessler, Andrea Zanotti. Come scegliere il successore? Per Dellai - che mercoledì aveva scritto a Kessler - la legge al momento è inapplicabile perché mancano ancora gli adempimenti, il registro delle cariche, la definizione delle modalità di presentazione delle candidature e i relativi moduli. Il governatore vorrebbe dunque procedere alla vecchia maniera, con una designazione da parte della giunta, e il nome che circola è quello di Massimo Egidi, ex rettore dell'ateneo trentino e oggi rettore alla Luiss di Roma.
Ma il Pd non ci sta e nei giorni scorsi ha alzato la voce. Lo ha fatto il segretario Michele Nicoletti, chiedendo a Dellai di applicare la nuova legge: «Basta con le nomine gradite al potere». E ieri Kessler ha risposto al governatore con un'altra lettera in cui paventa rischi di «illegittimità» nel caso la legge non venisse applicata e ricorda che il consiglio ha già applicato la normativa per le nomine di sua competenza.
Controreplica di Dellai, fatta pervenire ieri in serata a Kessler e ai capigruppo: «Non ci sono rischi di illegittimità ma rassicuro il consiglio che la giunta prenderà iniziative che rispettino il più possibile lo spirito della legge». «Non è colpa nostra se la legge ha dei tempi di attuazione che non coincidono con la nomina della Fbk - precisa poi al telefono il presidente - il problema non l'abbiamo creato noi, vedremo di trovare una soluzione di buon senso». Selezione pubblica dunque, anche senza il registro delle cariche.

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