Trento: per l'inceneritore è tempo di saldi

Presto un vertice tecnico per modificare le condizioni economiche


Luca Marognoli


TRENTO. Un inceneritore "in saldo". Dopo che la gara per la realizzazione dell'impianto è andata deserta, l'unica strada percorribile sembra quella di mettere mano alle condizioni economiche, che gli addetti ai lavori considerano troppo onerose per le aziende. E mentre il sindaco Andreatta si lecca le ferite, sono febbrili i contatti con la Provincia per organizzare un "vertice di emergenza".
I tempi stringono, le discariche si riempiono ogni giorno di più e bisogna trovare una soluzione prima che sia troppo tardi. L'incontro si terrà sicuramente prima di Natale e coinvolgerà il piano politico e quello tecnico.
Ma dietro le quinte si gioca anche una partita che riguarda i rapporti tra Palazzo Thun e piazza Dante. Andreatta si è esposto personalmente, sul progetto inceneritore ha messo la faccia più di tutti gli altri (diventando in più occasioni il bersaglio degli attacchi ambientalisti) e ora il rischio è che sia additato come responsabile unico del flop della gara. A diventare il capro espiatorio, però, non ci sta. Per questo il Comune spinge perché Dellai e Pacher facciano un passo avanti, proponendo una soluzione il più possibile condivisa e facendosi carico del problema (che è provinciale, anzi globale) in modo paritario.
Il come intervenire deve essere ancora chiarito ma la direzione da seguire sembra chiara. «Ripensare il bando? No di certo per quanto riguarda gli aspetti della sicurezza e ambientali - puntualizza l'assessore provinciale all'ambiente, Alberto Pacher -, forse per la parte economica, ma dovremo parlarne con la commissione tecnica che ha predisposto il bando. Ci troveremo nei prossimi giorni per capire come muoverci».
Ma esiste un rischio di tenuta delle discariche? «Quello no - rassicura Pacher -, non sarà un ritardo di qualche mese a creare problemi. Con la riapertura della Maza abbiamo guadagnato un po' di margine...». Uno slittamento però va messo in conto: per questo la prossima volta non bisognerà sbagliare. I punti sui quali intervenire sono due: la tariffa dovuta al gestore e la durata del contratto. Il bando prevede che l'azienda vincitrice incassi 110 euro a tonnellata di rifiuto trattato, ma anche che questa tariffa possa essere ridimensionata se la differenziata supererà il 65%. Per un imprenditore la prospettiva non è delle più favorevoli (ricordiamo che sarà proibita l'importazione di rifiuti da fuori provincia), anche considerando che 20 anni di gestione potrebbero essere insufficienti per rientrare dell'investimento e fare dei guadagni.

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