Trento: no all'inceneritore, ultimo appello

Gli ambientalisti: «Non serve». Oggi in aula, crepe nella maggioranza


Chiara Bert


TRENTO. Potrebbe essere l'ultima chiamata per dire no all'inceneritore. Questa sera consiglio comunale straordinario con un ordine del giorno del centrodestra che chiede di aprire il bando ad altre tecnologie. Una parte della maggioranza (Verdi, Leali, Idv) è pronta a votare con le minoranze. Fuori dal palazzo presidio degli ambientalisti: «Fermatevi, gli inceneritori sono il passato». Il centrodestra ha raccolto le firme e ha ottenuto la convocazione straordinaria del consiglio: occorre muoversi per tempo - hanno detto Pdl, Lega e Civica - se l'aula vuole dare alla giunta gli indirizzi in vista del nuovo bando di gara. L'ordine del giorno (che andrà in discussione insieme a un'interrogazione della Lega e a una mozione di Manuali) è suddiviso in 5 punti, tra cui l'impegno a «non fare riferimento a fenomeno di combustione ma solo a trattamenti termici» (cosa già prevista nel primo bando, si fa notare dalla maggioranza, tanto che tra le tecnologie ammesse alla gara ci sono anche pirolisi e gassificazione), il no all'importazione di rifiuti da fuori provincia (anche questo già inserito dal bando) e l'impegno a non prevedere un aumento della tariffa per lo smaltimento dei rifiuti rispetto a quanto previsto nel primo bando. Tre forze della maggioranza sono pronte a unirsi al centrodestra: si tratta di Lucia Coppola (Verdi), Giovanna Giugni (Idv) e Dario Maestranzi (Leali), da sempre contrari all'inceneritore: «Nessuna demagogia ispira la scelta di chi come noi è a favore per una risposta istituzionale che passa attraverso tecnologie innovative, senza preclusioni o limitazioni, adeguate alla domanda sociale di sicurezza», hanno scritto in una nota congiunta. Fuori da palazzo Thun questa sera ci saranno gli ambientalisti che porteranno uno striscione con le 6 mila firme raccolte nei mesi scorsi e già consegnate al sindaco. Oltre 20 associazioni (tra cui il Coordinamento Trentino Pulito, Legambiente, Italia NostraWwf, Moutain Wilderness, Codacons, Centro sociale Bruno, Popolo Viola, assente invece Nimby) chiedono al Comune di ripensare alla propria decisione, aprire a tecnologie alternative alla combustione, promuovere un nuovo piano rifiuti che tenga conto dei risultati già raggiunti e di quelli che si possono ancora ottenere spingendo su riduzione e differenziata. «Una politica che punta sull'incenerimento è una politica che guarda indietro, alla strada percorsa 20 anni fa da paesi che oggi la stanno abbandonando», ha detto ieri Francesca Raffaelli (Trentino Pulito), «il Trentino potrebbe invece scommettere su soluzioni innovative che creano lavoro». «Il residuo da incenerire a valle di riduzione, riuso, differenziata e ulteriore cernita a secco è una quantità così bassa, tra il 5 e l'8% - le ha fatto eco Paolo Mayr (Italia Nostra) - da poter essere portata in discarica senza grossi problemi». Morale: l'inceneritore non serve.

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