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Trento, lungo la tangenziale una casa per gli invisibili

Nel maso di Campotrentino, si alternano questuanti e sfollati dall’ex Sloi. Materassi e cibo testimoniano il pernottamento, per l’acqua c’è l’Avisotto



TRENTO. Un maso abbandonato per gli invisibili, quelli che si sono spostati dall’ex Sloi e quelli che non hanno fissa dimora: si trova in via Goio, trasversale senza uscita di via Maccani a ridosso della tangenziale. Una trentina di ospiti che vi alloggiano, per periodi limitati, una base utile per raccattare qualche soldo e poi via verso nuove mete. Individuarli non è per nulla facile: prima di tutto perché si tratta di una strada che solo nella sua prima parte è utilizzata dai residenti, poi costeggia il cortile della Fercam per finire in una curva a gomito bloccata da un vecchio guard rail ed il percorso obbligato, porta verso la campagna. Questo gruppo di invisibili scompare alla mattina per ripresentarsi la sera, ma per gli spostamenti non utilizza via Maccani, ma la boscaglia e la campagna attraverso la quale raggiunge via Brennero e da qui la città.

Se incontrano qualche residente, lo salutano con discrezione tant'è che nessuno si lamenta della loro presenza, a parte una situazione di sicurezza compromessa, trattandosi di abitazioni isolate. Dicevamo trenta invisibili che si affiancano ad alcune persone provenienti dall'ex Sloi. Sono per la maggior parte uomini, ma c'è una rotazione continua di ragazze che alla sera attraverso la campagna raggiungono via Brennero per prostituirsi e lo stesso succede con gli uomini, per i quali però non è possibile capire il loro vero lavoro. Ad aumentare l'allarme è che nel gruppo che attualmente abita questa casa colonica sono stati visti anche dei bambini. La proprietà non è nota: c'è chi dice che possa essere comunale, chi invece parla di un ente assistenziale che avrebbe in gestione la casa di riposo che ospiterebbe la proprietaria e questo ha favorito l'abbandono del vecchio maso di Campotrentino, con tre piani fuori terra ed annesso fabbricato utilizzato nel tempo come fienile e deposito di mezzi agricoli.

Il verde incolto lo protegge da sguardi indiscreti e durante la nostra visita era possibile vedere i movimenti all'esterno del cortile. Sotto i balconi sono riposte una serie di masserizie tra cui due materassi che sembrano essere pronti all'uso per arredare una stanza improvvisata. Tutt'attorno immondizie: purtroppo si tratta di un'altra situazione di degrado cittadino, ma non nuova. La casa colonica in passato era già stata al centro di vicende giudiziarie, specialmente durante le indagini per i ripetuti furti di gasolio dai serbatoi dei mezzi parcheggiati nell'area Fercam.

La posizione decentrata e la scelta di utilizzare la campagna per gli spostamenti favorisce i traffici clandestini, in più la casa colonica è priva di luce ed acqua e tutta l'area circostante è diventata una latrina a cielo aperto. Come già era stato denunciato in passato, questi insediamenti abusivi prelevano l'acqua dal Lavisotto il cui grado di inquinamento, ma anche il suo essere stagnante per molti mesi, è cosa nota. Per ora è una situazione di degrado accentuato, ma se la rotazione dei frequentatori del b&b di via Goio proseguisse anche in inverno, il rischio aumenterebbe perché in caso di incendio il bilancio potrebbe essere molto pesante non solo per gli invisibili, ma anche per i residenti senza considerare i problemi che creerebbe alla tangenziale che corre a qualche metro dal tetto. (d.p.)













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