il futuro del "not"

Trento, incubo ricorsi sulla gara del Nuovo ospedale

La Provincia non ha ancora adottato la revoca del bando. L'ex assessore provinciale Donata Borgonovo Re: «L’ipotesi Mattarello a gennaio non c’era»



TRENTO. Il gran pasticcio della gara d’appalto per il Not rischia di trasformarsi in un buco per la Provincia. Un buco nero che ingoia parecchi milioni di euro pubblici e senza che la prima pietra dell’opera che costerà circa 300 milioni sia stata posata. Come si ricorderà, il Consiglio di Stato il 13 ottobre 2014 ha annullato l’esito della gara per la costruzione del nuovo ospedale di Trento, chiamato pomposamente Not. Un acronimo che, visto il significato in inglese, non deve aver portato molto bene.

La bocciatura del Consiglio di Stato. Infatti prima il Tar di Trento e poi il Consiglio di Stato hanno cambiato le decisioni della commissione aggiudicatrice. Il bando, lo ricordiamo, aveva indicato come vincitrice la cordata guidata dall’Impregilo, ma in primo grado il Tar di Trento aveva escluso sia la cordata Impregilo che quella che si era classificata quarta, guidata dalla Cmb. In gara erano rimaste la seconda e la terza classificate, ovvero le cordate guidate dalla Mantovani e dalla Pizzarotti. Il Consiglio di Stato ha riammesso i raggruppamenti esclusi, ma ha confermato che lo svolgimento della gara non era stato regolare perché della commissione aggiudicatrice, composta da soli 3 membri, facevano parte anche il direttore generale dell’Azienda sanitaria Luciano Flor e la dirigente del Dipartimento politiche sanitarie della Provincia Livia Ferrario. Entrambi avevano partecipato alla stesura del piano di fattibilità del Not e, secondo l’articolo 84 del Codice degli appalti, non potevano far parte della commissione. Un errore palese che i giudici amministrativi hanno subito sanzionato.

Il risarcimento. La Provincia rischia pagare molto caro le conseguenze di quell’errore. Infatti, la sentenza del Consiglio di Stato non ha annullato il bando di gara. Quindi le quattro cordate potrebbero tutte chiedere il risarcimento dei danni alla Provincia. Già il disciplinare di gara prevedeva il pagamento di una somma di 800 mila euro per i concorrenti sconfitti. Si tratta di una sorta di compensazione per le conoscenze acquisite tramite i progetti presentati. Già. Ma in caso di spostamento del sito dalle ex caserme di via al Desert a Mattarello quelle conoscenze non servirebbero a niente. Quindi il danno per le casse pubbliche sarebbe sicuro. Per questo la Procura della Corte dei Conti potrebbe ravvisare un danno erariale. Ma le quattro cordate che hanno partecipato alla vecchia gara comunque potrebbero chiedere un risarcimento danni che va oltre quanto previsto dal disciplinare.

Il trasferimento a Mattarello. Pericolo che c’è anche nel caso di un trasferimento del Not a Mattarello. E per un motivo giuridico ben preciso. Come si può facilmente evincere dalla lettura del Consiglio di Stato, il bando non è stato annullato. Ancora la Provincia non ha adottato nessun provvedimento formale di revoca del bando, e probabilmente non lo ha fatto per evitare i ricorsi. Pensare al trasferimento a Mattarello senza la revoca è impossibile. A meno di non rischiare ricorsi milionari.

Spostamento improvviso. Del resto che il trasferimento del Not sia una scelta recente lo conferma l’ex assessora alla Salute Donata Borgonovo Re che ieri ha spiegato come ancora a gennaio non si era mai parlato di questa ipotesi. Dello spostamento si è iniziato a parlare, come rilevato dal Trentino poco prima delle elezioni comunali. Ma adesso potrebbe rilevarsi come una scelta avventata. (u.c.)













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