Trento, due operaie si incatenanoai cancelli della fabbrica Whirlpool

La protesta legata a questioni di lavoro e mansioni interne all'azienda. I sindacati seguono il caso



TRENTO. Costrette a incatenarsi ai cancelli della fabbrica per difendere i propri diritti di madri e lavoratrici. Ieri mattina Katia Puggioni e Monica Postal hanno preso un giorno di ferie, comprato un lucchetto e si sono presentate all’ingresso della Whirlpool. Sostengono che il direttore del personale avrebbe negato alla prima, che è madre di 3 figli, un contratto par-time, mentre non avrebbe riconosciuto il quarto livello alla seconda.
 Le due donne sono arrivate verso le nove e un quarto di mattina. Con loro anche Ezio Casagranda della Filcams Cgil. C’erano anche alcuni operai arrivati per portare solidarietà. Monica e Katia non avevano avvertito quasi nessuno. La prima a parlare è Katia: «Io ho tre bambini. Ho chiesto il par-time a 30 ore, ma hanno fatto in modo di non accontentarmi. Prima me lo hanno dato. Poi, visto che mi avevano messo in un posto dove non potevo stare a causa di una patologia che ho. Quando sono andata a chiedere un orario compatibile con i miei impegni di mamma, il direttore del personale Daniele Garavoglia ha detto che potevo anche sbattere la testa sul muro, ma che lui è qui per fare frigoriferi, non per risolvere i miei problemi. Ma così mi costringono a licenziarmi. Io guadagno 1.150 euro al mese e non posso permettermi una baby sitter. Per questo ho chiesto di poter fare l’orario dalle 7 alle 13,30. All’interno della fabbrica ci sono un sacco di posti in cui potrebbero mettermi».
 Monica ha un problema leggermente diverso: «Io sono stata assegnata a un posto destinato a un livello superiore al mio. Quando ho chiesto la promozione, però, sono stata spostata. Io ho chiesto spiegazioni e loro mi hanno minacciato di mettermi in un reparto che fa i turni. Per me sarebbe impossibile lavorare, visto che ho una figlia di 13 anni e sono single».
 Le due donne sono esasperate e chiedono all’azienda solo un po’ di flessibilità per poter conciliare il lavoro con la famiglia. I delegati della Cgil nella Rsu della Whirpool hanno subito proclamato un’ora di sciopero per solidarietà nei confronti di Monica e Katia. Ma dai cancelli della fabbrica sono usciti pochissimi lavoratori. La protesta si è conclusa verso le tre del pomeriggio, quando ci sono state aperture da parte dell’azienda.
 I sindacalisti hanno ottenuto già per oggi un incontro per trovare una soluzione definitiva. Il segretario della Fiom Cgil Roberto Grasselli spiega: «Il capo del personale, Daniele Garavoglia incontrerà già stamattina i rappresentanti dei lavoratori di Spini e in quell’occasione verranno discusse le modalità per dare concreta risposta alle richieste delle due lavoratrici, Monica Postal e Katia Puggioni. Se il capo del personale ha assunto atteggiamenti intimidatori e discriminatori nei confronti delle due lavoratrici, si tratterebbe di un atto inqualificabile».
 In favore delle due lavoratrici ha preso posizione anche la consigliera di parità Eleonora Stenico. Il consigliere provinciale Bruno Dorigatti ha attaccato Garavoglia: «Il comportamento del capo del personale Whirlpool non assomiglia per nulla a quello di un moderno responsabile delle risorse umane, quanto a quello di una tico padrone delle ferriere»..













Scuola & Ricerca

In primo piano