Trento, anarchici condannati per i tafferugli all'ex asilo

Dovranno risarcire con 5 mila euro i due poliziotti rimasti feriti



TRENTO. Il 6 novembre scorso avevano partecipato alla rioccupazione dell’ex asilo di via Manzoni. Ora per quanto accaduto durante quel movimentato episodio, Evelin Sterni e Daniele Benedetti, entrambi di 28 anni, e Sara Nicoletti di 38, anni sono comparsi davanti al gup, in tribunale a Trento. Miti le condanne, ma Sterni dovrà mettere mano al portafoglio e sborsare 10 mila euro.
 Roveretani, pregiudicati e considerati elementi di spicco del Gruppo Anarchico Insurrezionalista Trentino, dovevano rispondere dei reati di violazione dei sigilli, violazione del foglio di via resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, oltre che del danneggiamento delle porte dell’edificio. A difenderli l’avvocato trentino Andrea De Bertolini. Il blitz, il cui scopo era quello di riprendere possesso dell’edificio da cui erano stati sgomberati solo una ventina di giorni prima, era scattato in quella piovosa e fredda mattinata di novembre: un gruppo di ragazzi era riuscito a salire sul tetto e poi aveva preso di mira con lancio di tegole, di olio e anche di un estintore carabinieri e agenti della Questura che inizialmente avevano cercato di impedire l’occupazione e poi avevano tentato di convincerli a scendere da quella precaria postazione - le travi della vecchia copertura non sono certo in buone condizioni e la pioggia aveva reso assai scivolose le tegole - senza che nessuno si facesse male. Ne era seguita una vera e propria battaglia, conclusasi con alcuni contusi tra le forze dell’ordine. Parecchi degli occupanti, per non essere identificati, avevano agito con passamontagna calati sul volto e si erano pure cambiati i vestiti. Il giorno successivo, un imponente corteo anarchico aveva attraversato il centro per protestare contro gli sgomberi, causando danni e polemiche.
 I tre, che non s’erano coperti la faccia, erano stati arrestati dalla Digos pochi giorni dopo, in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari. La Procura, nella persona del pm Marco Gallina, aveva chiesto il giudizio immediato, poi convertito in processo con rito abbreviato.
 Il gup Ancona ha assolto la Nicoletti perché, secondo quanto emerso dai filmati registrati quella mattina dalle forze dell’ordine, la donna non era stata protagonista di atteggiamenti violenti contro agenti e carabinieri. Condanna a 5 mesi e dieci giorni di reclusione per Benedetti, assolto solo dal reato di lesioni, e stessa pena anche per la Sterni, ritenuta però colpevole di tutti i reati contestati. Per questo, la trentottenne è stata condannata a pagare un risarcimento di 5 mila euro a testa ai due agenti della Questura che quel giorno, nel parapiglia, rimasero leggermente feriti e che nel processo si sono costituiti parte civile. Sia Benedetti che Sterni restano ai domiciliari













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