Trentino: caprioli affamati, 900 mila euro di danni

Sono sopravvissuti alle abbondantissime nevicate mangiando le gemme dei meli


Luca Marognoli


TRENTO. Si sono mangiati 900 mila euro di meli (non il frutto ma le gemme della pianta) i caprioli e i cervi rimasti senza cibo a causa delle abbondantissime nevicate dei due inverni scorsi. A tanto ammontano le somme richieste a titolo di indennizzo alla Provincia dagli agricoltori trentini, in gran parte concentrati in Val di Non. Ma i soldi non bastano: delle 62 richieste ne saranno evase solo 32.
Questione di budget: la somma che era stata destinata agli indennizzi dal servizio aziende agricole e territorio rurale della Provincia era limitata: 150 mila euro in tutto. «I fondi consentono di pagare le prime 32 richieste», spiega Laura Mover, funzionaria del servizio. «Le altre? Rimangono in attesa. Se nel corso dell'istruttoria avremo economie di spesa potremo soddisfarne alcune. Altrimenti avranno la priorità l'anno prossimo».
Tra gli importi richiesti e quelli liquidati c'è, in ogni caso, una sensibile discrepanza. Per prima cosa il contribuito ammonta al 50% della spesa ammessa, quindi da 900 mila euro si scende a 450 mila. E' raro poi che tutte le somme pretese vengano considerate ammissibili: a giudicare sono i tecnici della Provincia dopo un sopralluogo nei campi.
Il budget è risultato particolarmente limitato per l'eccezionalità delle nevicate degli anni scorsi. «I danni sono stati parecchi, causati soprattutto da ungulati, caprioli e cervi in massima parte», continua Mover. «Per nutrirsi mangiano le gemme dei meli e in qualche caso le piante, se sono molto giovani». La fame degli animali è tanta
e può capitare che i meli subiscano dei danni anche alla corteccia. La neve infatti impedisce loro di trovare cibo nel sottobosco e gli ungulati sono costretti ad avvicinarsi alle colture, spogliandole di quello che trovano di commestibile. Sebbene la grande maggioranza dei danneggiati fossero nonesi (26 dei 32 che saranno liquidati), a richiedere l'indennizzo più cospicuo è stato Olivo Nardelli, di Trento, con 83 mila euro, che però non rientra al momento tra le domande finanziate. Seguono Maurizio Rizzi, di Campodenno, con 49 mila, l'azienda agricola La Campanella di Mauro Lanz e Nicola Tomasi, di Ala, con 41 mila, e Martino Trentin, di Telve di Sopra, che si aggira sulla stessa cifra.

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