Trentini, stangata sulle seconde case

Super Ici su 45 mila immobili. Ma il gettito dovrebbe finire tutto allo Stato


Chiara Bert


TRENTO. Nel Trentino terra di montagne, laghi e vacanze, ci sono 45 mila seconde case. Turisti che hanno investito, ma soprattutto migliaia di trentini che tra gli anni '70 e '80 si sono costruiti la casa per le ferie. E che oggi tremano in vista della supertassa che il governo Monti è pronto a introdurre.

La stangata sui patrimoni immobiliari partirebbe da un'aliquota del 7,6 per mille e crescerebbe in base ai beni posseduti, legata anche ad una rivalutazione delle rendite catastali: si è calcolato che su un immobile da un milione di euro il contribuente pagherebbe circa 7.600 euro, che raddoppierebbe nel caso di un patrimonio di 2 milioni.

Si tratta di un'imposta che riguarderà da vicino tante famiglie trentine in una provincia, la nostra, ricca di seconde case, concentrate soprattutto in val di Fassa, Rendena, altipiani di Folgaria e Lavarone. Qualche numero (dall'annuario provinciale 2009): a Pinzolo sono 2.010, a Folgaria 1.559, a Lavarone 1.223, a Carisolo 1208, oltre un migliaio a Mezzana e a Mazzin di Fassa, oltre 900 a Moena, Canazei, Cavalese e Brentonico, e ancora Baselga di Pinè (813), Predazzo (790), Dimaro (616).

Per molti Comuni quello Ici è un gettito che risolve i problemi di bilancio. Ma tra municipi anche molto vicini le differenze sono fortissime, fece notare qualche mese fa il presidente del Consorzio dei Comuni Marino Simoni, citando il caso di Siror e Imer, in Primiero. Il primo, con i suoi 1200 abitanti, sfrutta la vicinanza con San Martino di Castrozza e grazie alle seconde case incassa ogni anno 1,3 milioni di Ici; Imer, a soli 5 chilometri e circa gli stessi abitanti, si ferma a poco più di 100 mila euro.

Con la nuova tassa l'esborso per i proprietari rischia di essere molto pesante. «Penso che il turista sia disponibile a pagarla, ma vuole servizi all'altezza che i Comuni oggi non hanno risorse per garantire», avverte Simoni. Per i Comuni alle prese con bilanci sempre più magri la nuova Ici potrebbe dunque rappresentare una boccata d'ossigeno. Ma c'è un «ma»: in Trentino oggi si pagano circa 103 milioni di Ici, che con un aumento delle rendite catastali (al 15-20%) potrebbero essere molti di più. Ma nelle intenzioni del governo la maggiorazione sulle seconde case diventerebbe tutta riserva all'erario, dunque finirebbe direttamente nelle casse dello Stato.













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