Fiemme e fassa

Trenino dell’Avisio, parte lo studio del Bim

Incaricata l’università di Verona: stanziati 49 mila euro, un’ipotesi entro 6 mesi E la val di Cembra lancia l’appello al comitato della Valsugana: niente spaccature



FIEMME E FASSA. Lo studio di fattibilità di una nuova linea ferroviaria lungo le valli dell'Avisio, da Lavis a Canazei, si farà. E' stato infatti approvato ieri dal Bim dell'Adige (che rac coglie i 129 Comuni che si affacciano sulle rive dei fiumi Adige, Noce e Avisio) un accordo di programma con l'Università di Verona per la realizzazione di un studio.

«Lo studio risponde in parte anche alla mozione presentata in consiglio provinciale da Diego Mosna e approvata nel giugno scorso – spiega il presidente del Bim Adige Giuseppe Negri - e vuole ribadire il ruolo di raccordo tra i territori del nostro consorzio, nella direzione di una mobilità sostenibile e di uno sviluppo eco-compatibile».

Lo studio verrà curato dal professor Sartori, cembrano di origine e ora attivo all'Università di Verona, per venire poi completato nel giro di sei mesi e presentato infine alla Provincia Autonoma di Trento, cui spetterà la decisione di mettere in cantiere o meno il progetto. La linea dovrebbe partire da Lavis, all'intersezione con i tracciati già esistenti nella valle dell'Adige, per proseguire poi in valle di Cembra, valle di Fiemme e val di Fassa. “L'investimento complessivo per lo studio è di circa 49 mila euro – precisa Negri - suddivisi sostanzialmente a metà tra il Consorzio Bim da una parte, Comunità di Valle della val di Cembra, della val di Fiemme, Comun General de Fascia e gli otto comuni maggiormente interessati dal tracciato dall'altra».

E mentre in Valsugana è sorto un comitato per un’ipotesi di ferrovia che collegherebbe l’Alta Valsugana (Roncogno) con le valli dell’Avisio (tagliando però fuori dal tracciato la Bassa valle di Cembra) prendono posizione gli agricoltori della valle di Cembra invitando tutti i soggetti interessati a “non spaccare il fronte della ferrovia che da anni, anche attraverso Transdolomites, sostiene un’ipotesi lungo le valli dell’Avisio da Lavis a Canazei”. E gli agricoltori cembrani smentiscono che ci siano resistenze al passaggio della ferrovia in Bassa valle di Cembra motivate dal presunto sacrificio dei vigneti: «L’agricoltore difende il suo territorio, come è ovvio, ma sa capire quali sono i pro e i contro di qualsiasi progetto e sicuramente la ferrovia non è nemica dell’agricoltura». La paura, in valle di Cembra, è che l’ipotesi di collegamento con la Valsugana possa tagliare fuori - come cent’anni fa - i centri della Bassa Valle che sono anche i più popolati.













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