Tre atleti trentini  alla conquista del deserto dell’Oman 

Giancarlo Tomasi, Giulio Scalet e Severino Sartori  hanno corso 165 chilometri in autonomia tra le dune



TRENTO. «Quando ci vedevano correre alle Viote con lo zaino in spalla, ci prendevano per matti, ma è stato fantastico». I trentini lo vedono come un gentile ed elegante gioielliere, dietro il banco del suo negozio di via San Pietro. Quello che non molti sanno è che Giancarlo Tomasi è anche un maratoneta, anzi, un ultramaratoneta. Un atleta che ama correre gare ai limiti. Così, dopo aver corso la gara più fredda del mondo, Tomasi, insieme ai due compagni di avventura, il dentista Giulio Scalet e il commercialista Severino Sartori, ha corso quella forse più calda. I tre trentini, accompagnati dal dottor Lorenzo Pezzé, hanno corso la quinta edizione della Oman marathon, una gara nel deserto in sei tappe di 165 chilometri totali che rappresenta una vera e propria sfida con se stessi. E Tomasi e i suoi amici l’hanno vinta, come raccontano con entusiasmo: «La cosa che ci siamo portati dietro è stata la vittoria di una sfida. Noi siamo persone normali, non siamo atleti professionisti di quelli super preparati. Ci alleniamo nei ritagli di tempo, nelle ore che riusciamo a rubare al lavoro e alla famiglia. E siamo riusciti ad arrivare in fondo. Non siamo superman, ma persone normali e questa è stata soddisfazione più grande. Poi volevamo vedere il deserto sotto un’altra prospettiva. Non volevamo un’esperienza da turisti, ma attraversare il deserto e siamo riusciti a farlo», racconta Tomasi. E lo hanno visto davvero da un’altra prospettiva il deserto. Sei giorni in autonomia totale, con lo zaino in spalla. Dormire quando e quanto si può, vedere l’alba dietro le dune, mangiare riso liofilizzato e gallette. Respirare sabbia. Tutte cose che ti rimangono dentro. E i tre atleti del marathon club possono dire di avercela fatta. La loro non è stata una semplice maratona, che pure è già una grande sfida di per sé, ma una sfida, una scommessa con se stessi. Per vincerla si sono allenati bene: «Abbiamo deciso di partire e abbiamo iniziato a correre con lo zaino in spalla. Ci prendevano per matti, ma è stato bello. Una grande avventura che ci porteremo sempre dentro». Ma sempre attenti alla nuova sfida, al prossimo traguardo.













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