Torna in discussione anche l’area

La Provincia valuta l’ipotesi Mattarello. Il sindaco: «Per me resta valida la scelta di via al Desert»



TRENTO. Tre mesi e mezzo fa, quando divenne pubblica l’indiscrezione che la Provincia stava valutando l’ipotesi di Mattarello per il Not (Trentino del 12 aprile, ndr), il governatore Ugo Rossi aveva rimandato ogni decisione a un confronto con la nuova amministrazione comunale del capoluogo, dopo le elezioni. Quel confronto non c’è ancora stato, ma il Comune in un paio di incontri ristretti è stato informato della riflessione in corso che contempla anche l’idea di realizzare il nuovo ospedale non più in via Mas Al Desert, scelta fatta nel lontano 2001, ma a Mattarello, sull’area dove avrebbe dovuto sorgere la nuova cittadella militare a cui lo Stato ha poi rinunciato.

Ipotesi teorica o qualcosa di più? Negli ambienti provinciali si lascia capire che il trasferimento è una soluzione piuttosto remota, ma il neoassessore alla sanità Luca Zeni, che ha preso il posto di Donata Borgonovo Re, ha confermato che una decisione non è ancora stata presa. In Comune si attende, ma il sindaco Alessandro Andreatta mette le mani avanti: «Non ho motivi per immaginare che l’area individuata con la variante del 2001, scegliendola tra 9 possibilità, non vada più bene». «Quella scelta - ricorda - fu molto ponderata, non fu certo una passeggiata. Si decise per Mas al Desert, 25 ettari, 5 volte l’area dell’attuale S.Chiara, con un’ottima accessibilità grazie alla tangenziale e al casello di Trento sud, e senza il rischio di nuove costruzioni attorno. Quelle ragioni restano valide». E a quelle ragioni, aggiunge il sindaco, se n’è aggiunta un’altra non di poco conto: il centro della protonterapia nel frattempo realizzato. Che senso avrebbe separarlo dal Not?

Il vicesindaco e assessore all’urbanistica Paolo Biasioli ad aprile fu netto: «Spero che quella di un trasloco a Mattarello sia solo un'ipotesi di scuola, qualche punto fermo la Provincia deve lasciarcelo. Per apprestare le aree di Mas al Desert sono già stati spesi 50-60 milioni ed è stato realizzato il Centro per la protonterapia. Cambiare adesso avrebbe poco senso». Andreatta è più morbido: «Non abbiamo pregiudizi, valuteremo i pro e i contro perché immagino che la Provincia farà uno studio dal punto di vista funzionale ed economico. Lo valuteremo, fermo restando che ogni decisione dovrà passare per il consiglio comunale».(ch.be.)

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