Ticket sanitari: i trentini pagano 14 milioni all'anno

Sul podio delle prestazioni specialistiche più utilizzate dai trentini si piazza la radiologia. I dati sono contenuti nella risposta ad una interrogazione presentata dal consigliere provinciale del Pdl Giorgio Leonardi all'assessore Ugo Rossi



TRENTO. Ogni anno i trentini contribuiscono con 14 milioni di euro (denaro extra rispetto alle tasse) alle spese della sanità provinciale. Poca cosa, si dirà, rispetto ad un bilancio annuale di 1,3 miliardi di euro. Eppure sono tanti soldi, soldi che - se analizzati con metodo - consentono di scattare una fotografia di quali sono le cure cui maggiormente ricorrono i cittadini.
I dati sui ticket delle prestazioni specialistiche pagati dai pazienti trentini nel corso del 2009 sono contenuti nella dettagliata risposta ad una interrogazione presentata dal consigliere provinciale del Pdl Giorgio Leonardi all’assessore alla sanità Ugo Rossi.
Partendo da una delibera approvata nel febbraio di quest’anno e relativa all’esenzione dal ticket sanitario per due gravi patologie (la fibromialgia e la sclerosi sistemica) il consigliere dell’opposizione ha posto all’assessore competente una serie di quesiti. Uno di questi riguarda le somme complessivamente incassate nel 2010 dall’Azienda sanitaria dal pagamento dei ticket specialistici da parte dei pazienti trentini che si rivolgono alle strutture sanitarie del territorio. La risposta dell’assessore cita i dati relativi al 2009, specificando che quelli dell’anno in corso sono sostanzialmente in linea. Il totale dei ticket pagati dai trentini sfiora i 14 milioni di euro (13,9 milioni) con una netta prevalenza per le spese relative ai laboratori di analisi che con un incasso di 5,7 milioni di euro «surclassano» tutti gli altri ambiti della sanità.
Sul podio delle prestazioni specialistiche più utilizzate dai trentini si piazza la radiologia. E a ben vedere non è una sorpresa se si pensa alle lunghe attese che è costretto ad affrontare chi - per sua sfortuna - si deve presentare per una seduta di raggi nel reparto di ortopedia del Santa Chiara (fino a pochi mesi fa a Villa Igea).
Malattie veneree e cutanee e relativi esami «fruttano» all’Azienda sanitaria un’entrata in termini di ticket pari a 841 mila euro all’anno e sono la terza voce delle prestazioni specialistiche.
Questo il podio, ma le voci indicate dall’assessore Rossi nella sua risposta sono molte, via via decrescenti. Con 753 mila euro all’anno abbiamo la riabilitazione funzionale; con 746 mila euro c’è l’ortopedia seguita dall’oculistica (471 mila euro) e dalla cardiologia (404 mila euro). La chirurgia generale determina entrate per ticket specialistici pari a 342 mila euro seguita dalla gastroenterologia con 337 mila euro. Via via gli altri settori di intervento che dimostrano - dati alla mano - come il fanalino di coda in questa classifica della ricerca del benessere sia l’oncologia con un incasso dai ticket da parte dell’Azienda sanitaria di appena 233 euro, a significare che l’Aziensa sanitaria trentina - sotto questo profilo - offre all’utenza un servizio completo che non obbliga il paziente a sostenere spese ulteriori. Stesso discorso può essere fatto per la radioterapia (355 euro) e la neonatologia (534 euro).
Nella risposta all’interrogazione, l’assessore Rossi offre anche alcune indicazioni medie relative ai tempi di attesa. Per le visite più urgenti (Rao A) la media di attesa è di tre giorni, poi 10 giorni per i Rao B e infine 30 giorni per i Rao C. Nel corso del 2009, la media dei tempi di attesa per la prima visita è stata di 36 giorni.













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