Tentativo di estorsione al telefono 

«O mi paghi o ti porto in tribunale»: nei guai un ventenne piemontese



TRENTO. La telefonata le è arrivata mentre era al suo posto di lavoro, un ufficio pubblico della val di Non. E i toni molto minacciosi l’avevano spaventata non poco anche perché aveva avuto per un attimo il dubbio di aver sbagliato qualcosa. E quindi di dover rimediare mettendo mano al portafoglio e pagando oltre 2.400 euro. In realtà, grazie anche ad una veloce consultazione con i colleghi, è riuscita a capire in breve tempo di esser stata vittima di un tentativo di truffa, diventato un tentativo di estorsione. Che non solo non è andato - fortunatamente - a buon fine, ma anche ha anche portato in aula sul banco degli imputati, il presunto autore, un ventenne piemontese. I fatti risalgono a due anni fa. L’impiegata trentina era come sempre al lavoro quando le arrivò una telefonata sulla linea fissa. Dall’altra parte del telefono tale «dottor Pedrotti» di un non meglio precisato ufficio di mediazione che informava la donna - addetta all’ufficio ragioneria dell’ente pubblico - che stava per essere citata in giudizio davanti al tribunale di Roma. Facile immaginare lo stupore della donna che in pochi secondi aveva cercato di fare mente locale per cercare di capire di quale reato potesse essere accusata e perché doveva essere la giustizia romana ad occuparsi di lei. A chiarirle le idee (si fa per dire) era stato lo stesso «dotto Pedrotti» - era un nome di fantasia come è stato appurato successivamente - spiegando che il reato sarebbe stato quello di non aver versato 4.846 euro come pagamento per l’abbonamento ad un non meglio precisata rivista dedicata alle forze dell’ordine. Un mancato pagamento che poteva avere dei risolvi penali. Che però potevano essere evitati pagando la metà del dovuto. Insomma con un bonifico da 2.423 euro la situazione sarebbe stata sanate e tutto sarebbe andato a posto. Ma se la donna non avesse fatto al più presto il pagamento, le conseguenze sarebbe state pesantissime, questa la minaccia finale dell’uomo. LA vittima del tentativo di raggiro aveva chiuso la telefonata con un certo stato d’ansia. L’atteggiamento sicuro e aggressivo dell’uomo era riuscito a minare le sue sicurezza. Ma per fortuna ha riflettuto prima di fare qualsiasi cosa. E di quell’abbonamento non sapeva proprio nulla. Anzi non c’era proprio come poi le hanno confermato anche i suoi colleghi. La reazione a quel punto è stata immediata con la denuncia dell’intera vicenda. E ora il «dottor Pedrotti» è sul banco degli imputati accusato di estorsione.













Scuola & Ricerca

In primo piano