«Tasse alle imprese, sposteremo gli sgravi dall’Irap all’Imis»

Rossi e la scelte della manovra finanziaria: «Dalle aziende più convinzione su fondi sanitari e di solidarietà»


di Chiara Bert


TRENTO. Spostare gli sconti fiscali alle imprese dall’Irap, la tassa sulla produzione, all’Imis, la tassa sugli immobili. È questa la direzione di marcia che il governatore Ugo Rossi indica per la prossima manovra finanziaria che la giunta si appresta a costruire da qui alle prossime settimane. Una strada in salita perché «il quadro di bilancio è complicato», ammette il presidente. Il problema riguarda l’impegno al pareggio di bilancio che vieta di contabilizzare tra le entrate l’avanzo di amministrazione, una voce che vale circa 250 milioni di euro. E così, nonostante il gettito fiscale sia in aumento e le stime diano un Pil in crescita dell’1,7% (contro l’1,3% a livello nazionale), questo non riesce a bilanciare il calo delle entrate.

Con la manovra dello scorso anno la Provincia aveva puntato sulla scossa fiscale: 160 milioni di sgravi Irap, 120 in aggiunta ai 40 milioni del governo e neutralizzando anche l'aumento delle aliquote (dal 3,5 al 3,9%) deciso dal governo: riduzione generalizzata dell'aliquota dell'1,1%, a cui si aggiungono ulteriori benefici per le aziende che aumentano o consolidano l'occupazione, oltre all'esenzione per 5 anni per le nuove imprese e attività sostitutive. «Abbiamo utilizzato al massimo la leva fiscale e oggi abbiamo l’Irap e l’Imis più basse d’Italia», rivendica Rossi.

«Non abbandoneremo questa leva, che però inevitabilmente si ridurrà un po’», annuncia il governatore. «Ma dentro questa leva vogliamo spalmare lo sconto fiscale. Dovremo riuscire a riorientarne gli effetti dentro il comparto delle imprese. Probabilmente vale la pena utilizzare una parte delle risorse per spostare gli sgravi fiscali dall'Irap alla parte che riguarda le tasse sugli immobili produttivi. Questo vale per le grandi imprese, i cosiddetti «imbullonati» (i grandi impianti ancorati al suolo come le Cartiere del Garda, per i quali la giunta ha già annunciato l’abolizione dell’Imis, ndr), ma anche per le altre attività produttive, perché l’Imis in proporzione pesa di più su un albergo o su un artigiano».

La scelta della giunta, spiega Rossi, «è dovuta anche al fatto che nel frattempo il governo Renzi ha messo incentivi forti sulle assunzioni», quindi oggi appare più utile detassare gli immobili e rafforzare lo sconto Irap invece per chi mantiene il livello occupazionale.

Per ora il presidente non fa numeri: «Troveremo le compatibilità, i conti devono quadrare. Il ragionamento vale per le imprese esattamente come per i dipendenti pubblici, per i quali si aprirà la stagione dei rinnovi contrattuali, ma dentro un equilibrio complessivo di bilancio». Alle aziende Rossi garantisce la conferma del fondo di rotazione per il credito, e un fondo ad hoc per le piccole e medie imprese. Ma dentro questo patto, in cui «la fiscalità generale si fa carico dei costi della detassazione», incalza il presidente, «dal settore produttivo ci attendiamo in cambio un impegno netto sulla partecipazione al fondo territoriale di solidarietà (per gli ammortizzatori alle piccole aziende) e alla sanità integrativa. Diversamente sono risorse che escono dal Trentino, mentre noi vogliamo rafforzare il nostro sistema».

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