«Taglieranno l’assistenza ospedaliera»

La Fp-Cgil denuncia: l’Azienda sanitaria lavora a una riduzione dei minuti che il personale deve prestare agli utenti



TRENTO. Zitta zitta, l’Azienda sanitaria starebbe procedendo a un taglio che dovrebbe preoccupare tutti i cittadini: i minuti di assistenza ospedaliera che il personale deve prestare agli utenti. La denuncia arriva dalla Funzione pubblica della Cgil, che ieri ha diffuso una nota allarmante: una decisione, si legge, «alla stregua di quanto si sta facendo in Veneto». Con una differenza però non di poco conto in materia di trasparenza: in Veneto è infatti la giunta regionale di Luca Zaia ad essersi assunta la responsabilità di tale scelta, con una delibera approvata lo scorso 23 maggio, che detta appunto le nuove norme. «In Trentino, invece, pare che le cose si facciano un po' sottovoce - afferma la Cgil - niente di ufficiale infatti, ma molti ne sarebbero stati informati. Niente disposizioni scritte al personale sanitario, ma disposizioni verbali sì».

Giampaolo Mastrogiuseppe, segretario della Fp-Cgil, racconta di un incontro dei giorni scorsi, nel corso del quale il direttore del personale dell’Azienda sanitaria, Paolo Federici, non avrebbe del tutto smentito tale prospettiva. Che, sembra di capire, per il momento è comunque più una preoccupazione dei sindacati che non una reale decisione dell’Azienda, come dimostrano anche le affermazioni del direttore generale Luciano Flor (vedi a destra). «Abbiamo raccolto segnalazioni di nostri iscritti, ai quali di recente in più occasioni è stato detto che bisognerà adeguarsi a un riallineamento agli standard dell’assistenza», aggiunge Mastrogiuseppe. In altre parole: una riduzione dei minuti di assistenza, cioè maggiore velocità da parte degli operatori. Logica conseguenza di un quadro in cui anche l’Azienda sanitaria sempre meno ricorre sal turn over, con i dipendenti costretti a sobbarcarsi carichi i lavoro sempre maggiori. E infatti la Fp-Cgil parla di «rivendicazioni dei lavoratori del settore e delle organizzazioni sindacali che denunciano una carenza cronica di personale, mancanza di volontà dell’Azienda di sostituire il personale assente anche per lunghi periodi, richieste sempre più pressanti del personale al quale non verrà garantito il giusto periodo di ferie se non incidendo sul sacrosanto diritto di un altro lavoratore al quale si chiederà di rinunciare, allarmi lanciati, nei vari incontri, sui carichi di lavoro del personale sempre più sottoposto a stress psicofisico».

Ancora Mastrogiuseppe: «Spesso dal punto di vista organizzativo è il Veneto a prendere esempio dal Trentino, ora sembra che stia accadendo il contrario. Con il risultato che, oltre a gravare sui lavoratori che dovranno correre ancora più di quanto non facciano già, si metterà seriamente a rischio la qualità del servizio sanitario con inevitabili ricadute sui cittadini utenti. E già ora non è che a un paziente vengano dedicate montagne di tempo: chi è stato in ospedale lo sa bene». Una riduzione del minutaggio di assistenza ospedaliera, se mai dovesse verificarsi, dovrebbe comunque fare i conti con le diverse realtà dei singoli reparti ospedalieri. E passare per analisi dettagliate, oltre che per accordi sindacali. Ma per la Cgil la pratica sembra essere già a livello avanzato: tanto che Mastrogiuseppe si spinge a ipotizzare un taglio del 30-40%, nel senso che di queste dimensioni già si sarebbe parlato, anche sulla base di confronti con la sanità di altre regioni italiane.

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