il caso

Tagli agli ospedali, Rossi silura Borgonovo Re

Il governatore dà l'avviso all’assessora: «Basta stillicidio di dichiarazioni. La discussione in giunta è sospesa, sceglierò io quando potrà ripartire»


di Chiara Bert


TRENTO. «All’ordine del giorno non c’è nessuna decisione da adottare sulla sanità». Tono definitivo e perentorio, che non ammette repliche. Il giorno dopo la pubblicazione sui quotidiani del piano di riorganizzazione degli ospedali dell’assessora alla salute Donata Borgonovo Re, Ugo Rossi decide, «esercitando le prerogative di presidente», di sospendere la discussione sul tema: «Non ci sono le condizioni per proseguire, deciderò io quando si riprenderà a parlarne in giunta».

Un atto d’autorità, quello del governatore, che arriva appunto all’indomani della fuga di notizie, quel piano di riorganizzazione della rete ospedaliera che l’assessora Pd ha consegnato ai colleghi di giunta e che lunedì sera ha presentato in un’assemblea del suo partito. Un documento di 14 pagine che contiene le proposte per il futuro degli ospedali trentini: in sostanza una rete che farà perno su due hub, gli ospedali di Trento e Rovereto, in grado di garantire le urgenze 24 ore su 24, e i 5 ospedali di valle (Cles, Tione, Arco, Cavalese, Borgo Valsugana) con la chirurgia garantita per 12 ore e nei giorni feriali. Un piano che conferma la chiusura del punto nascita di Tione (dove i parti sono stati 177 nel 2013 e ne sono previsti 147 nel 2014) e di Cavalese (261 parti nel 2013, 247 stimati nel 2014) e mette in forse quello dell’ospedale di Arco.

Proprio sui punti nascita il dibattito è esploso da mesi, da quando l’assessora Borgonovo Re aveva annunciato la chiusura di Tione, scatenando la protesta degli amministratori delle valli, dalle Giudicarie alla val di Fiemme.

La discussione dentro la giunta, sollecitata a più riprese da Borgonovo Re dopo essere rimasta congelata per la pausa estiva, è ripresa da un paio di settimane. La pubblicazione del piano ha però provocato la dura reazione Upt, con l’assessore Mauro Gilmozzi che ha ribadito il suo no: «Se la proposta resterà quella, l’Upt non potrà condividerla».

E di fronte all’ennesima fibrillazione del suo esecutivo, Ugo Rossi ieri ha deciso di intervenire. Lo fa al rientro dalla missione romana per la trattativa finanziaria con il governo. E le sue parole suonano come un ultimo avviso all’assessora Borgonovo Re, con la quale i rapporti hanno già attraversato momenti di fortissima tensione, dalla questione ospedali al caso LaVis. «All’ordine del giorno non ci sono decisioni da adottare sulla sanità - dice Rossi - il presidente le metterà all’ordine del giorno quando ci saranno le condizioni per poterlo fare in modo corretto, oggi non ci sono a causa del fatto che l’assessora ha anticipato delle sue idee tempo fa, a Tione, idee che non ha confrontato con la giunta e che hanno aperto un dibattito che ogni volta si è arricchito di ulteriori prese di posizioni da parte dell’assessora». Il governatore dice no al «continuo stillicidio di dichiarazioni a mezzo stampa che non fanno altro che mettere in difficoltà il lavoro di tutti» e chiarisce: «Deciderò io quando riprenderemo a parlarne. La discussione in giunta prosegue nella misura in cui è interna e non se il giorno dopo viene data in pasto all’opinione pubblica senza che siano state prese delle decisioni». «Lo dico a tutti i miei assessori, ma soprattutto all’assessora Borgonovo Re».

Stop dunque, «perché questo non è il modo di affrontare i problemi delicati, soprattutto quando ci sono in campo visioni diverse», avverte Rossi. «La giunta deve produrre una sintesi, non lacerazioni». E torna ad attaccare Borgonovo per il metodo usato, compresa la divulgazione del Piano nell’incontro Pd: «Si cerca di creare consenso attorno alle proprie opinioni con il risultato di dividere. Invece noi dobbiamo unire, cosa che anche il vicepresidente Alessandro Olivi ha cercato di fare in questi giorni, consapevole che servono delle mediazioni. Ma se l’assessora va nella direzione esattamente opposta, vuol dire che non ci sono le condizioni per parlarne». E siccome all’orizzonte ci sono scogli come la riforma istituzionale e la Finanziaria, chiude l’argomento Rossi «sarò io a decidere quando si tornerà a discuterne».













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