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Strigno, spuntano i cartelli contro prete e profughi

Sono apparsi proprio di fronte alla chiesa del paese. Il parroco don Armando Alessandrini minimizza: «È vago e senza riferimenti a noi»


di Marika Caumo


STRIGNO. Sono apparsi nei giorni scorsi nel paese di Strigno alcuni cartelli critici contro i profughi e la Chiesa. “Prete vergognati” vi si legge, con un invito a trovare le differenze tra due foto, una di emigrati italiani in Belgio 50 anni fa e una di migranti africani oggi. «L'hanno segnalato anche a me. Non ci ho fatto caso. In realtà può essere riferito a chiunque, non c'è scritto il mio nome e non sono nemmeno le foto dei sei ragazzi che ospitiamo. E' un cartello vago», spiega don Armando Alessandrini, parroco dell'Unità Pastorale della Valsugana Orientale Madonna di Loreto che comprende le parrocchie di Agnedo, Bieno, Ivano Fracena, Samone, Scurelle, Spera, Strigno e Villa.

Da poco più di un mese in canonica a Strigno sono ospitati 6 uomini, di età compresa tra 23 e 32 anni, provenienti da Mali, Nigeria e Burkina Faso. A metà febbraio è stata organizzata anche una serata per presentarli alla comunità. Tanta la gente accorsa. «Anche in quell'occasione ci sono state alcune voci critiche, ma mai sono stati usati quei toni. Chi aveva qualcosa da dire lo ha fatto in modo molto educato, nessuno si è rivolto a me con quelle parole, in modo più assoluto», precisa don Armando. E nemmeno nei giorni seguenti ci sono state persone che hanno portato tale rimostranza al parroco. «Nessuno è venuto da me. Per questo non ci ho dato peso. Ritengo si tratti di un cartello realizzato da altre parti e poi copiato e messo qua a Strigno. Non c'è nessun riferimento a me, a noi, ai nostri ragazzi. Le foto non sono nostre, le scritte nemmeno, niente che lo leghi esplicitamente a noi. Non so lo spirito di chi l’ha affisso» .

Don Armando aggiunge che in generale i sei ragazzi sono stati accolti bene. «In generale ho trovato una buona disposizione delle persone, certo è comprensibile un periodo di assestamento, all'inizio con l'accettazione e l'integrazione si fa un po' fatica - ammette il parroco -. Ma questo è logico, un po' perché non siamo abituati, è una novità, un po’ per un fatto ideologico, razzista, per cui non ce l’hanno con i nostri ragazzi ma in generale. Non ho motivo di dire che ci sia una fronda contro di loro».

I sei ragazzi però pian piano si stanno integrando. «Studiano italiano e cominciano a farsi dentro», conferma don Armando. Sabato prossimo ci sarà una partita di pallone. «E poi alcuni sono andati a far danza con un gruppo della zona, altri vanno a correre con la Sportiva, altri fanno teatro, sempre con un associazione del posto. Uno è andato in una scuola in Tesino a parlare della sua storia. I due ragazzi cattolici vengono a messa tutte le domeniche. Tutto a piccoli passi, come giusto che sia», conclude don Alessandrini.













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