il caso

Sport adrenalinici, in arrivo un giro di vite

Mellarini: «Troppi rischi, stiamo lavorando a una normativa nazionale». In sette mesi due elicotteri danneggiati per soccorsi in montagna da brivido


di Andrea Selva


TRENTO. Un elicottero danneggiato una decina di giorni fa durante un intervento in parete a Pietramurata. Un altro precipitato in primavera durante un soccorso in montagna sul Mont Nambino in un giorno in cui il pericolo di valanghe era marcato. Sempre più interventi ad altissimo rischio per soccorrere gli amanti del brivido. L’altro giorno l’assessore allo sport e alla protezione civile, Tiziano Mellarini, ha detto basta: «Sugli sport “ adrenalinici” serve una riflessione. Ci stiamo lavorando a livello nazionale con i rappresentanti delle Regioni per avere un quadro normativo che ci consenta di fissare regole, limiti e anche divieti in modo da limitare i rischi per gli amanti di questi sport estremi e per limitare di conseguenza anche i rischi per le eventuali operazioni di soccorso. Senza un riferimento nazionale - ha detto ancora Mellarini - non è possibile un intervento locale».

Base Jumping, freeride e scialpinismo in condizioni di alto rischio, ma anche downhill con la mountain bike quando viene praticato estreme: ecco gli sport a cui fa riferimento Mellarini che ne ha parlato l’altro giorno, rivolto agli uomini del Soccorso alpino del Trentino riuniti a Trento nord per festeggiare i 65 anni dalla fondazione del corpo.

Un tentativo di limitare il base jumping a livello provinciale non ha dato risultati: le uniche multe (18) sono scattate lungo le strade forestali del Monte Brento per i mezzi fuoristrada che trasportavano i paracadutisti in quota senza l’autorizzazione. Ancora Mellarini: «Non ci sono riferimenti normativi nemmeno a livello europeo, ci risulta che solo negli Stati Uniti siano state emanate normative specifiche per un’attività che non rientra tra gli sport riconosciuti dal Coni».

Difficile immaginare una norma che possa garantire la sicurezza agli amanti degli sport estremi (pronti a sfidare i limiti per definizione) ma il percorso per la sicurezza (anche dei soccorritori) è partito da tempo: già nel 2011 in Veneto è stato introdotto un ticket di 500 euro per tutti gli interventi di soccorso a favore di chi pratica “attività ricreative ad elevato impegno di soccorso”. La lista è lunga: si parte dall’alpinismo su roccia o ghiacciai per arrivare fino alla mountain bike in ambiente impervio, ma nell’elenco ci sono anche scialpinismo, arrampicata libera, speleologia, parapendio e deltaplano (anche a motore), salti dal trampolino con gli sci, sci acrobatico e rafting oltre all’utilizzo (sempre a scopo ricreativo) di veicoli a motore fuori strada in ambiente impervio.













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