il processo

«Spacciava al figlio»: padre condannato a un anno di carcere

Rovereto, l’indagine nata dalle confessioni della fidanzata del minore. Raccontò ai genitori: «L’hashish glielo dà il suo papà»



ROVERETO. Un caso spinoso, risoltosi per il momento con una condanna emessa ieri mattina dal gup Monica Izzo. L’imputato era un uomo della Bassa Vallagarina accusato di aver ceduto stupefacenti - cannabis e hashish - al proprio figlio, che era minorenne all’epoca dei fatti. la vicenda è iniziata quando una donna si è rivolta al commissariato di polizia raccontando che il ragazzo della propria figlia sedicenne avrebbe ricevuto sostanze proibite dal padre. Lo avrebbe raccontato la stessa ragazza, motivando proprio con le cattive abitudini del fidanzato la rottura della relazione. passano dei mesi e la ragazza viene sentita dalla polizia, affermando che in realtà la relazione era finita su pressione della madre, non cert perché il ragazzo fumava spinelli, e che tuttavia in alcune occasioni entrambi (lei e il suo ragazzo) avrebbero fumato “canne” utilizzando hashish ceduto dal padre di lui. Le occasioni però non trovano altri riscontri spazio-temporali: lei no ricorda dove né quando. Ma le indagini proseguono fino a quando la polizia arriva a casa dell’uomo con un mandato di perquisizione che porta alla luce 12 grammi di hashish e un grammi e mezzo di marijuana. Per la polizia sarebbe la prova che quanto raccontava la madre della ragazza era vero, e scatta la denuncia per spaccio. Ieri mattina davanti al gup è stato discusso il caso con rito abbreviato e il sostituto procuratore Fabrizio De Angelis ha chiesto tutte le aggravanti del caso, a partire dalla cessione di stupefacenti a un minore (che nel frattempo ha compiuto i 18 anni), mentre la difesa ha obiettato che oltre a non esserci alcuna prova degli episodi di spaccio delineati dalla ragazza, c’è la deposizione del ragazzo a negare ogni addebito al padre. La quantità stessa di stupefacente sequestrato, esigua, e l’assenza di elementi che indichino un commercio (l’hashish era in un pezzo intero, non c’era materiale per il confezionamento né bilance di precisione), è da ritenersi che l’uomo consumi droghe leggere per il proprio esclusivo sollazzo, non con intenzione di farne un business. Ma la sentenza è chiara. un anno di reclusione e 2 mila euro di multa. La difesa annuncia il ricorso in appello.













Scuola & Ricerca

In primo piano