Sott’acqua il lido di San Cristoforo

Le piogge hanno fatto alzare il livello del bacino di Caldonazzo causando per il terzo anno consecutivo l’allagamento


di Roberto Gerola


LAGO DI CALDONAZZO. Anche quest’anno il lido di San Cristoforo è andato sott’acqua. La pioggia dei giorni scorsi ha gonfiato i torrenti che si riversano nel lago e il livello dell’acqua si è talmente elevato che i pontili sono stati sommersi e l’acqua ha lambito la rotonda vetrata e ha invaso parzialmente le spiagge libere a fianco del lido (sulla destra lungo la strada dei Pescatori).

Questo a un paio di giorni dalla fine delle grandi piogge. La motivazione è sempre quella: manca la regimentazione dell’uscita delle acque del lago e, in sostanza, manca l’abbassamento della soglia del Brenta, che potrebbe permettere un miglior deflusso.

Dall’inizio di questo secolo non è certo la prima volta che succede e il fatto grave è che per il terzo anno consecutivo l’acqua del lago è arrivata al lido. Certamente, l’anno scorso l’allagamento si era verificato il 22 novembre e aveva interessato porzioni ben più vaste di terreni sulla sponda perginese.

L’acqua era arrivata nel parcheggio davanti all’entrata del lido e quindi era entrata nei locali del bar, della cucina, nella sala da ballo – ristorante, toccando anche cabine e tendoni.

Anche in passato si erano verificati episodi del genere. Negli ultimi tempi, allagamenti sono stati registrati nel 2000, nel 2002, nel 2008 e poi appunto in questi ultimi tre anni consecutivamente.

Nel lago finiscono tutte le acque che si raccolgono nella piana tra Pergine e San Cristoforo. La zona rappresenta una sorta di bacino sotterraneo da secoli. Nel 1700 era stata effettuata la bonifica della zona paludosa che un tempo appunto arrivava fino a «Spiaz dele Oche».

Solo alcuni piccoli rivi scorrono in superficie (Foss dei Gamberi, canale Leporini, canale Macinante), con la maggior parte dell’acqua a scorrere sotterranea, come si diceva, rendendo paludosi soprattutto i terreni tra la superstrada e il lago. A parte «El Doss» (di roccia) con l’antica chiesetta.

Una decina d’anni fa, era stato proposto un progetto d’intervento per abbassare la soglia e installare un paio di idrovore, ma non se ne è fatto più nulla. Si parlava di un intervento di circa quattro milioni di euro, di un incarico all’Università di elaborare uno studio per valutare le conseguenze sull’ambiente.

Era stata anche formulata l’ipotesi di far funzionare le idrovore solo quando non ci fosse stato pericolo (a tutela dell’abitato di Borgo, attraversato dal Brenta).

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