Sorpresa, il governo non impugna la norma sugli alloggi dell’Itea 

Lo scontro istituzionale. Da Roma c’è la conferma di una serie di ricorsi ma non sulla legge più contestata Fugatti; «Conferma che abbiamo agito bene». Rossi (Patt): «Servono parlamentari che lavorino non solo per Salvini»  



Trento. Contro ordine, a sorpresa. Il governo ha impugnato sì alcuni aspetti tecnici della legge finanziaria della Provincia, ma non quella norma che tutti (o tanti) si aspettavano: quella sulle case Itea che prevede che anche la famiglia di un utente condannato perda il diritto all’alloggio: «Salvo smentite, alla Provincia non risulta impugnata dal governo nazionale la norma provinciale relativa all'esclusione dagli alloggi Itea dei condannati per particolari reati e del nucleo familiare degli stessi» soiega il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. «Ciò testimonia della serietà con cui abbiamo operato, nella consapevolezza di quanto la materia fosse delicata. Sono stati impugnati invece altri articoli delle leggi 12, Collegata al Bilancio 2020, e 13 del 2019», aggiunge Fugatti. «L’altro oggi - prosegue - ho parlato con il ministro Boccia per sottolineare la sorpresa e il disappunto del Trentino per un'impugnativa che riguarda anche norme già oggetto di negoziazione con il Consiglio dei ministri. Il ministro ci ha assicurato che a breve verranno attivati gli opportuni tavoli tecnici».

Ma sulla partita Trento-Roma l’ex governatore Ugo Rossi, Patt, ha qualche cosa da dire: «Bisogna avere a Roma almeno un parlamentare che si occupi costantemente di tenere i collegamenti con il governo per conto della provincia. Questo vale anche quando non si fa parte della maggioranza romana. La Svp lavora in questo modo. I parlamentari della Lega lavorano per Fugatti e la Provincia o per Matteo Salvini? C’è qualcuno fra loro che svolge questo delicato lavoro? Sono sempre dispiaciuto e contrariato se vengono impugnate nostre leggi provinciali. Tutti i governi, di qualsiasi colore, esprimono una visione centralista che permane nelle strutture dirigenziali dei ministeri a prescindere da chi governa.Mi auguro che si riesca a trovare una soluzione condivisa a cui peraltro sembra fare cenno il comunicato del governo. Il governo provinciale del “cambiamento” deve curare meglio i rapporti con Roma (a prescindere da chi governa). Bisogna dedicare tanto tempo, avere tanta pazienza e sopratutto un approccio più “istituzionale” e meno “politico”.

Le norme, in parte condivise, che restano, per ora, impugnate sono sugli aumenti per i dipendenti del pubblico impiego troppo generosi (la legge finanziaria provinciale stabilisce il 4,1%), eccessiva possibilità di ricorrere a dirigenti esterni (la legge provinciale fissa il 18%, prima era il 10%), infine contratti troppo lunghi (sopra i tre anni) da liberi professionisti per attirare medici in Trentino. G.T.













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