rovereto

Smart lab rumoroso: arriva un ricorso

I residenti hanno chiesto l’intervento del tribunale per una valutazione sull’inquinamento acustico. Minacce su facebook



ROVERETO. Lo Smart lab, il centro giovani voluto dal Comune, è troppo rumoso. E i residenti sono esasperati: dopo le proteste verbali e scritte all’amministrazione comunale, dopo gli interventi della circoscrizione Nord, dopo le richieste di insonorizzazioni e di maggiori controlli non solo sul livello della musica ma anche degli schiamazzi notturni all’esterno, ecco il ricorso al tribunale civile. Sono stati alcuni residenti della zona a chiedere un’azione dell’autorità giudiziaria per una valutazione sulla rumorosità del centro giovani.

Nessuno, lo dicono gli stessi residenti, vuole fare chiudere lo Smart lab: si chiede, piuttosto, un’analisi dell’inquinamento acustico sia delle emissioni della musica durante i concerti e le serate organizzate dai gestori sia del vociare e degli schiamazzi a anche a notte fonda di chi, una volta uscito dal centro giovani, si ferma a chiacchierare all’esterno a voce alta rendendo impossibile il sonno a chi ha le finestre di casa poco distanti.

Non è la prima volta che lo Smart lab finisce sotto accusa. In primo luogo per il rumore impossibile da sopportare, dicono i residenti, soprattutto d’estate quando si vorrebbero tenere le finestre aperte ma i frequentatori chiassosi tirano tardi... E non bastano i doppi vetri per tenere lontani i rumori. Poi la somministrazione di superalcolici nel bar interno: il Comune favorisce le campagne antialcol e al centro giovani, è stata l’accusa, si servono alcolici (ma l’assessore aveva assicurato che sarebbero stati annacquati...) con gradazione ben oltre la birra o il vino.

Quindi la sporcizia nel giardino e nel parco confinante: è una schifezza, aveva fatto notare il presidente della circoscrizione Nord, c’è puzza di orina e di vomito, tutt’intorno bottiglie, bicchieri e cartacce. Proteste ripetute, controlli effettuati come assicurano le forze dell’ordine e impegni del Comune per far rispettare la civile convivenza tra chi giustamente vuole divertirsi e chi sempre giustamente chiede di non passare le notti in bianco senza riuscire a chiudere occhio. Prima una denuncia, poi un esposto un mese e ora un ricorso al tribunale civile.

Appena si è diffusa la notizia del ricorso, la rete si è scatenata con i commenti più disparati e con le minacce non tanto velate. A dare il via al fuoco delle polemiche ci ha pensato un venticinquenne dj: «Se volete chiudere smartlab con un foglio di carta...avete fatto male i conti, i giovani non staranno li a guardare. Ps: sì è una minaccia» ha scritto sul suo profilo facebook. «Siamo in campagna elettorale... ogni (s)puttanata vale... È costato troppi soldi xke venga già chiuso... Mi auguro il contrario, naturalmente eh» la prima replica. E poi giù tutta una serie di commenti per prendere di mira l’amministrazione comunale (o assolverla come fa un dj candidato consigliere), per denunciare la mancanza di spazi per l’aggregazione destinati ai giovani, per sottolineare come Rovereto sia diventata una città di vecchi.

«Ah perché in questi 5 anni - interviene uno studente di ingegneria - Rovereto e stata la patria del divertimento! Haha non fatemi ridere dai. È stata proprio una città viva, piena di attività per i giovani tanto è vero che qualcuno ha organizzato un corteo chiamato “l’ora d’aria” per cercare di cambiare le cose dove hanno partecipato quasi 500 giovani (forse c è un motivo?)» E a chi si loda per l’organizzazione di festival (sempre il candidato consigliere) finanziati dal Comune per coprire il disavanzo (leggi Winter Festival) non si fa attendere la replica di chi vorrebbe una città viva non soltanto per qualche evento ma tutto l’anno: «C'è da sbattersi per fare in modo che tra un festival e l'altro non si debba evacuare la città. A sti vecchi facciamo capire che ci siamo anche noi, che il coprifuoco c’era nella seconda guerra mondiale: da allora sono passati 70 anni». (g.r.)

 













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